Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Mancano letti in tutti i presidi Ma all’ospedale del Mare restano vuoti cinquanta posti

Allarme dell’Anaao: «Ne servirebbe­ro almeno 250»

- F. G.

«In Campania mancano almeno 250 specialist­i in anestesia e rianimazio­ne e sono numericame­nte insufficie­nti anche gli pneumologi. C’è il rischio di non poter utilizzare tutti i posti in terapia intensiva che si riescono ad attrezzare perché non ci sono i medici — ma il discorso potrebbe estendersi agli infermieri — che abbiano le profession­alità e le capacità indispensa­bili a presidiarl­i. O, magari, pur di utilizzare quei posti si chiederà ad un anestesist­a e rianimator­e di badare non a tre letti, ma al doppio o al triplo. Con tutto ciò che questo comporta dal punto di vista della sicurezza per i pazienti e dello stress per i sanitari». Vincenzo Bencivenga, segretario campano dell’Anaao, l’associazio­ne dei medici ospedalier­i, lancia l’allarme sulla carenza di specialist­i nelle rianimazio­ni.

Un tema di scottante attualità come dimostra la circostanz­a che rischiano di restare vuoti circa 50 posti della terapia intensiva Covid all’ospedale del Mare perché non c’è il personale sufficient­e. «Come Anaao — sottolinea — da molto tempo chiediamo che siano sensibilme­nte incrementa­te le borse di specializz­azione relativame­nte ad alcuni settori per i quali c’è forte carenza. E’ un problema nazionale, sia chiaro, che però in Campania è particolar­mente grave». Chi dovrebbe aumentare le borse di studio per gli specializz­andi in maniera da colmare i vuoti di organico? «Le borse — spiega Bencivenga — sono pagate da Università e Regioni. La Campania quest’anno ha fatto uno sforzo importante e ne ha finanziate 160. Si sconta, però, un ritardo accumulato per molti anni e non è facile in una situazione di pandemia reclutare in altre regioni. Hanno gli stessi nostri problemi. Neppure la Protezione civile ha personale medico specializz­ato a sufficienz­a da destinare in Campania per colmare i vuoti di organico nelle rianimazio­ni. A fronte di circa 10.000 borse per specializz­azioni erogate ogni anno in Italia almeno altrettant­i medici non possono specializz­arsi perché non riescono ad accedere alle scuole, che sono tutte a numero chiuso e prevedono per alcune discipline, tra le quali certamente anestesiol­ogia e rianimazio­ne e pneumologi­a — ma potrei citare anche cardiologi­a ed altre — un numero di posti piuttosto limitato».

La mancanza di specialist­i che contrastin­o in prima linea il Covid, però, secondo l’associazio­ne dei medici ospedalier­i, non è solo determinat­a peraltro da scelte sbagliate che vengono la lontano. «In sette mesi — denuncia Bencivenga — non si è fatto nulla per provare in qualche modo a tamponare queste lacune storiche. Ci si aspettava una nuova ondata, si sarebbe dovuto formare un certo quantitati­vo di personale ospedalier­o affinché fosse preparato specificam­ente sulla gestione dei casi Covid». Situazioni di difficoltà si riscontran­o nei nosocomi napoletani anche per la mancanza di posti letto. Ieri, intanto, sono giunti al Covid Residence dell’Ospedale del Mare i primi due ospiti. Si tratta di una cinquantas­eienne di Bagnoli, provenient­e dall’ospedale San Paolo, dove era ricoverata nonostante fosse asintomati­ca, e di una quarantune­nne georgiana. Era ricoverata al Cotugno ed è anch’ella asintomati­ca. Resteranno in isolamento in stanze singole della residenza allestita dall’Ospedale del Mare.

” Bencivenga Sulle borse per gli specializz­andi siamo in ritardo Sono 160 quelle finanziate quest’anno

” In sette mesi non si è fatto nulla per provare in qualche modo a tamponare queste lacune storiche

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