Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Le possibilità di un volo» di Valentina Colella, metafore del tempo dalla vita fino alla morte
È il dato autobiografico che come una chiave di volta ci apre il mondo, la visione artistica di Valentina Colella, abruzzese di Sulmona, artista tra le più promettenti della sua generazione, finalista, nel 2018, del Premio Cairo. L’istante immortalato in uno screenshot di un tuffo nel vuoto, la morte improvvisa nel fermo immagine casuale che si fa segreto e poi ossessione. «Il 29 agosto del 2013 ho appreso da Facebook della scomparsa del mio compagno» racconta mentre prende l’autobus che la porterà a Napoli per inaugurare, domani «Le possibilità di un volo», la mostra alla Dafna Gallery di Danilo Ambrosino e Anna Fresa nel settecentesco palazzo dei Principi Albertini di Cimitile, curata da Valerio Dehò. «Pochi minuti dopo ero dentro Google Maps alla ricerca del percorso più veloce per raggiungere il luogo dove lui mi aveva lasciato per sempre. Ma il computer si è bloccato sulla schermata dell’indirizzo della mia abitazione, inquadrando una porzione di cielo con un uccello in volo che si avvicinava alla mia finestra, un’immagine sfocata, un segno prepotente». Il resto è il silenzio che da forma al dolore mentre il tempo lentamente allontana la paura. «Per un anno ho tenuto quel frame celato in cartella poi ho sentito la necessità di ricostruire il passato». Cercare l’essenza del volo, alla ricerca di una sagoma precisa. «Ho scavato nei fogli (risme impilate di fogli A4) quella forma essenziale fino al suo totale riempimento». Nasce così l’icona del volo. Meglio, «Quello che resta», opera monumentale che invade l’atelier di
Santa Teresa degli Scalzi per segnare la soluzione dell’enigma: 2916 carte intagliate a mano suddivise per 54 tavole. Fulcro dell’indagine, la riflessione sul tempo che scorre verso la morte. Insieme alla grande opera centrale (vincitrice del Premio Cairo) l’artista presenta i primi voli rosa su tela e gli intagli su carta preludio di «Quello che resta». Quel che rimane, poi, è «la necessità di ricostruire, recuperare l’equilibrio attraverso una pittura in dissolvenza». Così l’icona del volo lascia spazio ai fiori, altro simbolo classico, che in questo caso assumono un significato che non diventa mai consolatorio. Quello che resta è finalmente la sua resurrezione. L’evento inaugurale durerà una settimana, da domani a sabato 31, dalle 10 alle 19. Le visite saranno su appuntamento per gestire al meglio i flussi di visita, in ottemperanza alla normativa anti Covid 19, e per garantire il massimo livello di sicurezza.
In mostra Apre la grande opera centrale vincitrice del Premio Cairo