Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sgambati: «Prima di tutto, però, c’è il diritto alla vita»
NAPOLI «La salvaguardia delle vite umane viene prima di tutto, ma si deve anche tener conto poi degli effetti economici e devastanti che un lockdown potrebbe produrre. E quindi si deve fare meglio della scorsa primavera e più in fretta». Ne è fermamente convinto il segretario generale della Uil Campania, Giovanni Sgambati.
Dunque qual è la sua opinione sull’eventualità di un nuovo lockdown come annunciato ieri dal governatore della Campania Vincenzo De Luca?
«In queste settimane abbiamo tutti auspicato che si potesse evitare una stretta molto forte nella nostra regione, ma se i dati continuano ad essere così elevati, anche se c’è per fortuna una stragrande maggioranza di asintomatici, stanno però aumentando i decessi ed il ricorso alle terapie intensive, nonché ai ricoveri ospedalieri. E’ per questo motivo ribadisco che siamo sempre a difesa dei diritti costituzionali, ma per noi il diritto alla vita viene prima. Non so se il governo autorizzerà una chiusura esclusiva per la Campania, che mi sembra in questo momento molto complicata, ma è evidente che ogni sforzo deve essere teso in questo momento di grande emergenza a mettere in sicurezza la vita della gente».
E come pensa reagiranno gli esercenti, le aziende ed i lavoratori?
«Certo si rischia una tensione molto elevata che già si è manifestata negli ultimi giorni, però non dobbiamo commettere errori come nel primo lockdown, perché questa volta vanno costruite soluzioni che vadano incontro ad imprese e lavoratori e con tempi sicuramente più celeri, altrimenti si sommerebbe una tensione sociale già molto presente in questi primi mesi. E rischieremmo questa volta che si manifesti in modo incontrollato e poco rassicurante. Ecco perché come sindacato stiamo mantenendo, anche nazionalmente, la difesa degli ammortizzatori sociali accompagnati anche al blocco dei licenziamenti. Sarebbe davvero rischioso ed un controsenso alimentare tensioni in questa fase».
Sicuramente un lockdown in questo momento non favorirebbe neanche eventuali iniziative dei lavoratori della Whirlpool di Napoli per scongiurare tra dieci giorni l’ormai data per certa chiusura dello stabilimento?
«Ecco perché abbiamo chiesto proprio ieri al Prefetto di Napoli Valentini un intervento rigoroso nei confronti del premier Conte e, si badi bene, in questo caso non stiamo chiedendo del tempo invano, mancano pochi giorni alla scadenza dell’accordo del 2018. Se il Governo non fa rispettare un accordo siglato in un ministero, girando la faccia dall’altra parte e autorizzando una simile violazione, noi apriremmo una prateria per quelle imprese o multinazionali che domani volessero seguire l’esempio di Whirlpool. Non lo si può permettere assolutamente».
Vista la grave situazione della pandemia
” Occorre però tener presente gli effetti economici E intervenire meglio
in Campania degli ultimi giorni non crede che la politica debba evitare almeno adesso di essere divisa?
«Il sindacato ed il mondo del lavoro hanno vissuto diverse emergenze in questi decenni, ma non abbiamo mai perso la coesione. In questa fase di vera e grande emergenza ci vogliono comportamenti di responsabilità, credo che ora alla politica non faccia acquisire consensi se invoca differenze. Molto spesso ci si dimentica che il diritto alla salute è un bene difeso dalla nostra carta costituzionale, nella nostra sanità pubblica si sono fatti tanti errori, ma non è questo il momento della divisione e non capiamo francamente perché dovremmo rinunciare al Mes, cioè a risorse sulla sanità che ci costerebbero zero in termini di interessi, in modo da ricostruire un comparto sanitario non adeguato alle esigenze dei cittadini».
Gli aiuti devono essere certi e di sicuro più celeri per imprese e lavoratori