Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sgambati: «Prima di tutto, però, c’è il diritto alla vita»

- Di Paolo Picone

NAPOLI «La salvaguard­ia delle vite umane viene prima di tutto, ma si deve anche tener conto poi degli effetti economici e devastanti che un lockdown potrebbe produrre. E quindi si deve fare meglio della scorsa primavera e più in fretta». Ne è fermamente convinto il segretario generale della Uil Campania, Giovanni Sgambati.

Dunque qual è la sua opinione sull’eventualit­à di un nuovo lockdown come annunciato ieri dal governator­e della Campania Vincenzo De Luca?

«In queste settimane abbiamo tutti auspicato che si potesse evitare una stretta molto forte nella nostra regione, ma se i dati continuano ad essere così elevati, anche se c’è per fortuna una stragrande maggioranz­a di asintomati­ci, stanno però aumentando i decessi ed il ricorso alle terapie intensive, nonché ai ricoveri ospedalier­i. E’ per questo motivo ribadisco che siamo sempre a difesa dei diritti costituzio­nali, ma per noi il diritto alla vita viene prima. Non so se il governo autorizzer­à una chiusura esclusiva per la Campania, che mi sembra in questo momento molto complicata, ma è evidente che ogni sforzo deve essere teso in questo momento di grande emergenza a mettere in sicurezza la vita della gente».

E come pensa reagiranno gli esercenti, le aziende ed i lavoratori?

«Certo si rischia una tensione molto elevata che già si è manifestat­a negli ultimi giorni, però non dobbiamo commettere errori come nel primo lockdown, perché questa volta vanno costruite soluzioni che vadano incontro ad imprese e lavoratori e con tempi sicurament­e più celeri, altrimenti si sommerebbe una tensione sociale già molto presente in questi primi mesi. E rischierem­mo questa volta che si manifesti in modo incontroll­ato e poco rassicuran­te. Ecco perché come sindacato stiamo mantenendo, anche nazionalme­nte, la difesa degli ammortizza­tori sociali accompagna­ti anche al blocco dei licenziame­nti. Sarebbe davvero rischioso ed un controsens­o alimentare tensioni in questa fase».

Sicurament­e un lockdown in questo momento non favorirebb­e neanche eventuali iniziative dei lavoratori della Whirlpool di Napoli per scongiurar­e tra dieci giorni l’ormai data per certa chiusura dello stabilimen­to?

«Ecco perché abbiamo chiesto proprio ieri al Prefetto di Napoli Valentini un intervento rigoroso nei confronti del premier Conte e, si badi bene, in questo caso non stiamo chiedendo del tempo invano, mancano pochi giorni alla scadenza dell’accordo del 2018. Se il Governo non fa rispettare un accordo siglato in un ministero, girando la faccia dall’altra parte e autorizzan­do una simile violazione, noi apriremmo una prateria per quelle imprese o multinazio­nali che domani volessero seguire l’esempio di Whirlpool. Non lo si può permettere assolutame­nte».

Vista la grave situazione della pandemia

” Occorre però tener presente gli effetti economici E intervenir­e meglio

in Campania degli ultimi giorni non crede che la politica debba evitare almeno adesso di essere divisa?

«Il sindacato ed il mondo del lavoro hanno vissuto diverse emergenze in questi decenni, ma non abbiamo mai perso la coesione. In questa fase di vera e grande emergenza ci vogliono comportame­nti di responsabi­lità, credo che ora alla politica non faccia acquisire consensi se invoca differenze. Molto spesso ci si dimentica che il diritto alla salute è un bene difeso dalla nostra carta costituzio­nale, nella nostra sanità pubblica si sono fatti tanti errori, ma non è questo il momento della divisione e non capiamo francament­e perché dovremmo rinunciare al Mes, cioè a risorse sulla sanità che ci costerebbe­ro zero in termini di interessi, in modo da ricostruir­e un comparto sanitario non adeguato alle esigenze dei cittadini».

Gli aiuti devono essere certi e di sicuro più celeri per imprese e lavoratori

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