Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Test non comunicati alle Asl» I Nas indagano sui laboratori
Dopo la denuncia del governatore si attivano i carabinieri
NAPOLI
Con una lettera inviata ieri al comandante del Nas, il colonnello Vincenzo Maresca, il presidente De Luca ha chiesto l’intervento dei carabinieri specialisti della sanità per far luce su alcune irregolarità che sarebbero state commesse in alcuni laboratori privati. Lo ha reso noto lo stesso De Luca: «I laboratori privati hanno l’obbligo di segnare all’Asl i casi positivi perché devono essere messi in quarantena — ha spiegato —; ci è stato segnalato che alcuni laboratori invece, su richiesta di privati cittadini, non hanno comunicato il risultato. Se ci sono laboratori che fanno questi giochi i titolari vanno in galera, questa è epidemia colposa, è un reato».
Ma non è tutto: «Ci hanno segnalato che alcuni laboratori, per fare presto, anziché fare il tampone molecolare fanno tamponi rapidi antigenici che non sono affidabili», ha aggiunto. Di qui la richiesta al Nas di fare controlli mirati. I carabinieri della sanità, peraltro, già lo facevano di loro iniziativa: nelle strutture pubbliche dalla primavera scorsa, durante il lock down, in quelle private da poche settimane, quando è arrivato l’ok da parte della Regione. Ogni irregolarità è stata segnalata alla Procura competente per territorio; non ci sono dati perché nessuno li ha mai chiesti. Per quanto riguarda Napoli, c’è un fascicolo aperto dal pm Mariella Di Mauro sui tamponi «fai da te» che nelle scorse settimane ha portato a 17 perquisizioni tra le province di Napoli e Caserta: un gruppo di persone, molte delle quali non qualificate e non idoneamente attrezzate, andavano a domicilio per sottoporre all’esame persone che temevano di avere contratto il contagio.
I tamponi venivano poi processati con macchinari spesso inadatti, in alcuni casi, per esempio, progettati per analisi sugli animali. In quello stesso fascicolo dovrebbero confluire eventuali ulteriori reati riscontrati da parte del Nucleo antisofisticazione e sanità.
Anche in quel caso, come nella segnalazione di Vincenzo De Luca, è emerso che i risultati dei tamponi, alcuni dei quali avevano avuto esito positivo, non erano stati comunicati all’Asl: di qui l’ipotesi di reato di epidemia colposa nei confronti degli indagati, che si aggiunge a quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.
Tra i loro clienti soprattutto piccole aziende, tra cui una nota pizzeria del centro storico di Napoli e diverse società di trasporto su gomma del Casertano.
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Ci arrivano notizie di casi in cui su richiesta dei pazienti gli esiti non vengono resi noti alle autorità, è grave