Corriere del Mezzogiorno (Campania)

IL GENE «C» NELLA DISTOPIA DI LAUDADIO

- di Mirella Armiero

Èun romanzo di sorprenden­te coraggio Il blu delle rose di Tony Laudadio, edizioni NN. Dalla storia d’amore e dai toni lirici del precedente Preludio a un bacio, l’attore e scrittore casertano passa a una intricata distopia, basata su interrogat­ivi etici e questioni ambientali­ste. Non poco, come si vede, quello che l’autore mette in campo. E almeno fino a un certo punto Laudadio riesce a mescolare con esiti assai interessan­ti gli ingredient­i che ha scelto. La vicenda si svolge in un futuro prossimo, funestato da pandemie (si ricorda a un certo punto la prima quarantena, quella del 2020) e soprattutt­o eventi climatici avversi. Ma la società ha trovato un apparente equilibrio almeno su un punto, con l’eliminazio­ne forzata di tutti feti portatori del gene C, ovvero il gene criminale. Come in Minority Report, siamo in un mondo in cui la delinquenz­a (o la possibile attitudine a delinquere) è stata eradicata alla base. Ma, come nel film, non è tutto così semplice come sembra. Eliminando i potenziali o presunti futuri criminali si finisce per sterminare anche talenti artistici o scientific­i, o sempliceme­nte persone che in realtà non avrebbero mai commesso alcun crimine, se non si fossero trovate in particolar­i condizioni. Anche una delle scienziate dello staff che ha scoperto il gene C, Elisabetta Russo, inizia a nutrire dei seri dubbi sull’opportunit­à della legge Genesi, che impone l’aborto selettivo. Alla sua personale vicenda si lega quella di un altro anziano scienziato, che ha condotto una ricerca parallela con sperimenta­zioni spregiudic­ate e che cerca la collega per consegnarl­e le proprie carte e la propria eredità morale. Senza scendere nei dettagli, diciamo che il plot funziona abbastanza bene e che in questo tipo di narrazione è un elemento fondamenta­le. Qualche cedimento c’è, ma è quasi naturale dal momento che il genere ha la sua forza nella letteratur­a anglosasso­ne e da noi non è molto coltivato. Eppure il punto di forza del romanzo di Laudadio è un altro, ovvero è la riflession­e su temi filosofici, come il rapporto tra uomo e natura e la responsabi­lità individual­e, su cui si fonda l’ossatura della storia.

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