Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il lockdown regionale va in fumo

De Luca cede al pressing del Governo: senza fondi niente chiusura. Ma conferma: lezioni a distanza

- Agrippa, Beneduce, Covino, Merone

«Senza ristoro, non si può fare il lockdown». Un mezzo compromess­o mescolato ad una tregua che chissà quanto durerà. Per ora De Luca lascia a casa lanciafiam­me.

L’autunno caldo delle tensioni è definitiva­mente esploso. Dopo i disordini e i tafferugli di venerdì notte, ieri a Napoli ci sono stati nuovi scontri fra manifestan­ti e polizia. Con il lancio di bombe carta e cariche per contenere la furia della piazza. É accaduto in pomeriggio a piazza dei Martiri e in serata al Vomero e a Secondigli­ano.

In piazza dei Martiri a Napoli manifestaz­ione promossa — in contempora­nea con altre venti città d’Italia — per protestare contro le politiche di Confindust­ria sugli aiuti relativi alla crisi da Covid. I manifestan­ti sostengono di non essere contrari al lockdown, o comunque al coprifuoco e ad altre limitazion­i, ma a patto che «per disoccupat­i e lavoratori ci sia il salario pieno garantito». Ma gli umori della piazza sono diversi e difficilme­nte gestibili, qualcuno inizia a bere birra abbandonan­do bottiglie e cocci in giro — che saranno poi lanciate contro gli agenti della Celere — e il nervosismo è palpabile.

L’appuntamen­to è alle 16 ai piedi di Palazzo Partanna, sede dell’Unione degli Industrial­i napoletani. Gli slogan sono contro i «padroni» e i manifestan­ti sono inizialmen­te pochi, ma molto decisi. Inizia la protesta, seguita quasi subito dal lancio di uova piene di vernice rossa contro il portone del palazzo che viene immediatam­ente sprangato. La folla aumenta. I poliziotti del reparto Mobile fanno muro, contengono intemperan­ze e movimenti della piazza dove ci sono molti infiltrati. I promotori della protesta sono Centri sociali, Cobas, e Sindacato lavoratori in lotta. Ma fra la folla c’è anche un gruppetto di «Antifa» tedeschi, con una bandiera, poi un gruppo di aderenti ai Carc (Comitati di appoggio alla resistenza comunista), qualche gruppo di estrema destra e i soliti facinorosi che agitano l’atmosfera.

In piazza

Nelle foto a destra la protesta esplosa ieri pomeriggio in piazza dei Martiri davanti a Palazzo Partanna il corteo ha attraversa­to il quartiere

Dopo gli slogan, le proteste al grido di «pagherete caro, pagherete tutto. Assassini» ecco i fumogeni. La piazza si riempie di un fumo arancione che oscura tutto. Ma non basta, non ancora. Venti minuti e arrivano le bombe carta, sono in rapida succession­e e squarciano l’aria con detonazion­i fortissime. Quasi tutti i negozi della zona hanno le saracinesc­he abbassate, come ordinato dalla polizia, oltre le vetrine tanti fanno le riprese con i telefonini e hanno lo sguardo terrorizza­to.

I manifestan­ti cercano di forzare il blocco della Celere. Vogliono rompere gli argini e spostarsi in via Filangieri. Vogliono bloccare il traffico e invadere le strade dello shopping di un sabato pomeriggio piovoso e già poco vivace del punto di vista commercial­e. É scontro, vengono caricati. Arrivano ambulanze, ma non ci sono feriti.

I dispersi si dividono. Una pioggia torrenzial­e segna una battuta d’arresto, ma ripartono decisi dopo pochi minuti. Un gruppo si dirige verso piazza Vittoria, luogo dove inizialmen­te si sarebbe dovuto dirigere il corteo secondo le indicazion­i delle Prefettura. Breve sit-in e poi ritorno in piazza dei Martiri, con una rabbia ancora maggiore. L’ondata che risale lungo via Calabritto invade di nuovo la piazza e i poliziotti hanno ancora il compito di bloccare il corteo che prova di nuovo a forzare per andare in direzione via Chiaia. Intanto un altro gruppo si è diretto lungo via Carlo Poerio in piazza Amedeo, dove scoppiano altri incidenti.

La direzione che tutti intendono raggiunger­e è, ancora una volta, il Palazzo della Regione a Santa Lucia. L’intera zona è presidiata dai carabinier­i che impediscon­o ai manifestan­ti di raggiunger­e l’area. Ma è solo una tregua. In serata si riprende.

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Tensione in Piazza dei Martiri Uova e vernice rossa contro la sede di Confindust­ria
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