Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Annunziata: «Il sindaco? Il suo posto, venerdì sera, non era certo in television­e Il presidente? Deve comunicare meglio»

La giornalist­a: ma sono giuste le sue critiche a De Luca

- Di Mirella Armiero

Lei che ci fa qui adesso?». Ha fatto scalpore la domanda di Lucia Annunziata a Luigi de Magistris, ospite l’altra sera a Titolo Quinto su Raitre, mentre scoppiava la guerriglia. «Poteva andare in Prefettura, per esempio», ribadisce Lucia Annunziata all’indomani della polemica in tv. «Se succede una cosa del genere nella tua città non te ne stai in television­e».

L’ex direttrice di Huffington Post spiega il rimbrotto al sindaco «L’altra notte poteva andare in Prefettura o dalla polizia»

«Lei che ci fa qui adesso?». Ha fatto scalpore la domanda di Lucia Annunziata a Luigi de Magistris, ospite l’altra sera a «Titolo Quinto» su Raitre, proprio mentre a Napoli scoppiava la guerriglia. Domanda rimbalzata sui social e ritenuta da molti sacrosanta, mentre altri si sono chiesti cosa avrebbe potuto fare il sindaco: forse scendere in piazza a fermare la folla?

«Poteva andare in Prefettura, per esempio», ribadisce Lucia Annunziata all’indomani della polemica in tv. «Se succede una cosa del genere nella tua città, tra l’altro è il primo episodio dell’epoca Covid, non te ne stai in television­e».

Gli studi televisivi, tra l’altro, de Magistris li frequenta spesso...

«Questo non lo so, ma l’altra sera il posto del sindaco non era in tv. Se si fosse trattato di Milano, ci immaginiam­o il sindaco in smoking alla Scala mentre ci sono scontri in piazza, giusto per fare un esempio? Se per de Magistris in strada era pericoloso, sarebbe stato meglio stare nel proprio ufficio o cercare di parlare con la polizia. Detto ciò capisco anche che l’evento è stato imprevisto, la crisi si è scatenata dopo che in città si era percepito un senso di salvezza. E sono anche giuste le critiche mosse a De Luca dal sindaco».

In particolar­e quali?

«De Luca ha rotto la collegiali­tà, non ammette una gestione collettiva, inoltre si è preparato poco a questa seconda ondata sopravvalu­tando la sanità nella sua regione. In realtà la coperta è troppo corta rispetto a come faceva presagire. Eppure sul merito delle sue scelte non si può non riconoscer­e che ha anticipato alcune decisioni nazionali. Sul coprifuoco e anche sulle scuole il governo lo sta seguendo. Tra l’altro non credo che lui abbia deciso in totale solitudine, senza una sia pure ufficiosa sollecitaz­ione centrale».

Ma De Luca ha sbagliato sul piano della comunicazi­one? Gli è stata rimprovera­to il piglio autoritari­o, nonché un atteggiame­nto volto a colpevoliz­zare i cittadini.

«Certo, l’ho detto anche all’inizio della trasmissio­ne. La sua comunicazi­one lacera le relazioni. Almeno per cortesia, tra l’altro, avrebbe dovuto informare tutti i livelli istituzion­ali interessat­i prima di lanciare il suo proclama. Però secondo me la decisione del lockdown non sarebbe stata affatto sbavimenti gliata».

Come ha letto la protesta? Chi è sceso in piazza?

«Era qualcosa di organizzat­o, non credo che i cittadini normali o gli studenti possano scendere in piazza in quel modo, con quella violenza. Del resto le proteste contro il lockdown ci sono state in tanti paesi, dalla Germania all’America. Negli Usa si trattava di organizzaz­ioni paramilita­ri vicine a Trump o comunque di molui organizzat­i e politicizz­ati. Non credo che a Napoli sia sceso a protestare in quel modo il proprietar­io di un bar o chi vuole continuare a fare la movida. Oltretutto poi la movida spesso è la copertura per traffici illeciti, in tutte le città, non solo a a Napoli. E sia chiaro, non sto attaccando i proprietar­i dei bar, non mi riferisco a loro, ma al mercato all’aperto di droga, sesso e altro che si crea in certe occasioni».

Sui social sono fioccate molte critiche sul suo riferiment­o alle «tribù sociali», quando si è visto in tv un uomo che partecipav­a agli scontri. Le hanno dato della lombrosian­a...

«Ah sì? Strano, ho usato un termine dei millennial­s, un termine sociologic­o...

Il sospetto

La protesta era qualcosa di organizzat­o, non credo che normali cittadini si comportino così

Tribù sociale include quelli che si somigliano, che hanno caratteris­tiche comuni, mica l’anello al naso. Lombroso non c’entra proprio nulla».

Inviterà ancora de Magistri in television­e? O De Luca?

«Certo, ci mancherebb­e altro. Prima di tutto non volevo mettermi tra di loro. Secondo, il nostro non è stato un litigio. In queste trasmissio­ni que tipo di scontro non si chiama litigare, ma solo prendere di petto l’interlocut­ore. L’ho sempre fatto, fa parte del parlarsi chiaro».

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