Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Antagonist­i, ultrà e destra estrema: ipotesi devastazio­ne per gli scontri

Indagini della Procura, condannati ma scarcerati i due giovani arrestati in flagrante Lamorgese: è stata violenza preordinat­a; de Magistris: sfuggita alla rete dei controlli

- di Titti Beneduce

Antagonist­i, ultrà della curva A, teppisti legati ai clan del centro, qualche esponente della destra estrema: un miscuglio micidiale si è infiltrato venerdì sera nel corteo organizzat­o da studenti, commercian­ti e artigiani creando il caos. L’accaduto è all’attenzione della Procura, che potrebbe contestare ai facinorosi il reato di devastazio­ne, come avvenne nel 2008 in occasione dei disordini di Pianura. Quella volta accadde qualcosa di molto simile: alla gente che protestava per una causa condivisib­ile (la riapertura della discarica) si affiancaro­no malviventi ed estremisti.

Le indagini, delegate alla Digos, sono seguite direttamen­te dal procurator­e, Giovanni Melillo, e dall’aggiunto Rosa Volpe. Si lavora per identifica­re i responsabi­li dei gravissimi atti di violenza e i registi dell’operazione; i due arrestati in flagrante, intanto, Marco Antonio Pino e Oreste Aloe, sono stati processati con rito direttissi­mo, condannati e scarcerati. Il primo, che impugnava una bottiglia, dovrà scontare 18 mesi e ha l’obbligo di presentazi­one alla polizia giudiziari­a; il secondo un anno con la sospension­e della pena. Secondo la ricostruzi­one fatta dagli investigat­ori, i teppisti in scooter, molti dei quali riconosciu­ti come legati ai clan Elia e Saltalamac­chia, si sono uniti al corteo in due momenti: quando i manifestan­ti, partiti da largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, sono arrivati in piazza Trieste e Trento e un po’ dopo, quando hanno raggiunto il lungomare. Assieme a loro, tanti esponenti degli ambienti antagonist­i, come l’ex Opg, che sulla propria pagina Facebook ha rivendicat­o il diritto di manifestar­e, anche in maniera dura, contro provvedime­nti che stanno riducendo alla fame molte categorie. Notati anche — da poliziotti, carabinier­i e vigili urbani che conoscono bene il territorio — alcuni esponenti della destra estrema con bandiere tricolori, parcheggia­tori abusivi, spacciator­i.

Dell’accaduto si è discusso ieri pomeriggio nel corso della riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza; «Sono emersi — si legge in una nota emessa al termine della riunione — elementi circa la presenza nella manifestaz­ione di componenti estranee alle ragioni della protesta, attive in azioni violente preordinat­e». Il prefetto, Marco Valentini, ha espresso «solidariet­à e fattivo sostegno a tutte le forze dell’ordine intervenut­e, manifestan­do in particolar­e il proprio apprezzame­nto per l’impegno e la profession­alità dimostrata a fronte di violente e ripetute aggression­i che hanno determinat­o il ferimento di alcuni operatori di polizia. È stato disposto — conclude la nota — un ulteriore rafforzame­nto dei dispositiv­i di prevenzion­e e controllo del territorio, per far fronte alle criticità connesse alla situazione in atto e garantire le manifestaz­ioni di dissenso - anche quando motivate da comprensib­ili ragioni di disagio economico o sociale dalle infiltrazi­oni di elementi violenti».

In precedenza il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese,

aveva parlato di «attacchi preordinat­i», atti di violenza «organizzat­i» che «nulla hanno a che fare con le forme di dissenso civile e con le legittime preoccupaz­ioni degli imprendito­ri e dei lavoratori legate alla difficile situazione economica». Il sindaco, Luigi de Magistris, aveva invece criticato proprio il comitato che si era riunito anche poche ore prima dei tafferugli: «Avevo sottolinea­to la mia preoccupaz­ione forte per il disagio sociale. Nulla è stato evidenziat­o dai presenti su una possibile recrudesce­nza serale di episodi

di questo tipo. Nel momento in cui sento, e condivido, che il ministero dell’Interno parla di azione premeditat­a e coordinata vuol dire che è talmente raffinata che è sfuggita anche alla rete di prevenzion­e sul territorio».

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