Corriere del Mezzogiorno (Campania)
De Luca cede al pressing: «No al lockdown locale senza un piano di ristoro» Ma lezioni tutte a distanza
Il governatore chiede una moratoria di tre mesi per i pagamenti commerciali e di poter stabilire accordi con le cliniche private per reperire ulteriori posti letto Sfida al Governo: bar e ristoranti restino aperti fino alle 23
«Senza ristoro, non si può fare il lockdown». Un mezzo compromesso mescolato ad una tregua che chissà quanto durerà. Per ora, Vincenzo De Luca lascia a casa lanciafiamme, lucchetti e chiavistelli su pressing del Governo, rimanendo in attesa delle mosse che il premier Giuseppe Conte dovrà attuare per arrestare la prorompente diffusione dei contagi.
Stop ai pagamenti
Dopo «l’indegna» serata dei tafferugli, infatti, il presidente della Campania ha chiesto che sia l’esecutivo ad elaborare con rapidità un piano economico-sociale per ristorare i titolari delle attività che verranno danneggiate dalle chiusure imposte dall’emergenza sanitaria, con la sospensione per tre mesi dei fitti, dei pagamenti ai fornitori e dei prestiti bancari; ha proposto, inoltre, di lasciare bar e ristoranti aperti fino alle 23 (ma il Governo li vorrebbe chiusi alle 18 e con le porte sbarrate nel fine settimana) e di portare la didattica a distanza in tutte le scuole, tranne gli asili.
I tafferugli
Non solo, ha reclamato ancora una volta la massima sorveglianza per il rispetto del coprifuoco: «Serve il controllo militare dopo le 23 — ha insistito —. Sui fatti di Napoli chiediamo al Governo di adottare misure rigorose e drastiche, sono cinque anni che a Napoli avvengono queste gazzarre, sono gli stessi che ci hanno aggredito tre anni e mezzo fa a Pozzuoli e due anni fa ad Aversa. A Napoli l’agibilità democratica non è garantita da cinque anni, ieri c’era un pezzo di camorra che non può fare affari se la Regione è più controllata; c’erano gli antagonisti a cui il Comune dà ospitalità in alcune sue strutture ed i fascisti».
Le restrizioni locali
Nel corso della riunione della Conferenza delle Regioni, alla presenza dei ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia e del commissario Domenico Arcuri,«è emersa l’indicazione del Governo di non assumere drastiche misure restrittive a livello nazionale — è stato precisato da palazzo Santa Lucia —. In queste condizioni diventa improponibile realizzare misure limitate a una sola regione, al di fuori quindi di una decisione nazionale, che comporterebbe anche incontrollabili spostamenti al di fuori dei confini regionali. L’unica decisione realistica e immediata è quella di affrontare i due o tre fronti di maggiore diffusione del contagio». De Luca ha considerato «indispensabile per la situazione epidemiologica attuale, portare al 100% la didattica a distanza e in relazione agli orari di apertura dei locali ha ritenuto improponibile la chiusura alle ore 18, riconfermando quindi la volontà di mantenere gli orari già previsti dall’ordinanza regionale, con chiusura alle 23». Tutto questo perché — e i toni si sono fatti immediatamente più concilianti da parte del governatore — viene specificato che «in assenza di una misura restrittiva generale non ha senso adottare norme che mettono in ginocchio intere categorie. L’obiettivo realistico da perseguire, in questa situazione, è duplice: bloccare la movida come luogo principale di diffusione del contagio e adottare la didattica a distanza nelle scuole vista la crescita dell’epidemia». Per corroborare la fondatezza della decisione restrittiva, ancora una volta in contrasto con le disposizioni ministeriali, «sono stati illustrati nella riunione i dati relativi alle due settimane successive all’apertura delle scuole in Campania nel corso delle quali i contagi sono aumentati di nove volte e senza sostanziali differenziazioni di fasce di età».
Le misure richieste
De Luca ha quindi esortato ad «inserire nel Dpcm misure straordinarie per la concessione di congedi parentali riservati ai genitori di alunni della scuola primaria e bonus per l’acquisto di computer». Mentre sul fronte dell’edilizia ha chiesto che si proceda con «il rilascio di permessi a costruire per via informatica e l’approvazione di una misura immediata che consenta la stipula di contratti con le strutture private accreditate per l’incremento di posti letto. Premessa di tutte le indicazioni emerse è l’approvazione di un piano socio economico immediato sul modello di quello approvato nei mesi scorsi dalla Campania a sostegno di famiglie, imprese e pensionati». Anzi, ha tenuto a sottolineare che «serve un piano per il ristoro ad attività e famiglie perché quando fra due settimane chiuderemo tutto dovremo poter dire che i ristori sono già sul tavolo». Napoli da chiudere Quindi, l’impegno a contenere l’epidemia: «C’è un problema territoriale nell’emergenza coronavirus — ha sostenuto in video conferenza —, il 60% dei contagi è nell’area metropolitana di Napoli. Abbiamo vietato la mobilità tra le province, ma dovremmo fare zona rossa tutta l’area metropolitana di Napoli». De Luca ha parlato anche di «un progressivo aggravamento della situazione, con molti asintomatici» chiedendo un «maggiore coinvolgimento dei medici di base per evitare i ricoveri». Ieri, si è registrato un calo dei casi positivi, ma anche dei tamponi processati: 1718 contagiati, di cui: 1660 asintomatici e 58 sintomatici, a fronte di 12 mila 530 tamponi per un totale di positivi di 36 mila 23. Otto i decessi e 42 i guariti. Con un aumento di posti letto di terapia intensiva attivati: 227 a fronte di 105 occupati, mentre quelli di degenza attivati salgono a 1500 a fronte di 1118 già occupati.