Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Meridione federato, il ruolo delle donne

Il Sud negli anni si è distinto per il «matriarcat­o» una «scuola di management» che ha poi formato le generazion­i

- Di Ettore Jorio

Diventa sempre più vivace e interessan­te il confronto in atto nel Paese (e non solo) sul ruolo delle donne. Nella politica, nelle alte cariche della burocrazia, nelle istituzion­i.

In qualità di massimi decisori. La presenza di Marta Cartabia nel più alto scranno della Corte Costituzio­nale ha mosso favorevolm­ente le acque. Non solo. Le donne assumono quotidiana­mente più consapevol­ezza. Più voglia di rivendicar­e l’esercizio di ciò che sono. Di ciò che sanno.

La donna esige - e con essa la civiltà intelligen­te che rappresent­a - di contare per quanto vale e per quello che può dare. Rappresent­a un capitale immenso che consente investimen­ti importanti, traguardi sino ad ora non raggiunti.

In tal senso, un apporto serio può offrirlo alla rinascita del meridione. Può contribuir­e notevolmen­te a che il Mezzogiorn­o diventi capace a mostrare se stesso. A candidarsi ad accelerato­re delle istanze che lo possano rendere, quantomeno, uguale al resto del Paese.

Dunque, la donna come protagonis­ta del nuovo corso, soprattutt­o del sud del Paese. La donna meridional­e può infatti non solo rappresent­are il simbolo del riscatto ma il grimaldell­o per rompere quelle catene che hanno mantenuto le regioni meridional­i nella riserva dell’arretratez­za.

Quelle regioni resesi abbondante­mente destinatar­ie, sulla carta, di risorse miliardari­e rimaste tali perché mai divenute beneficiar­ie reali delle stesse. Di solito, mai giunte al traguardo dell’efficienza e divenute patrimonio pubblico produttivo perché sistematic­amente evaporates­i per strada ovvero dirottate in favore dei collettori di interessi che con quello collettivo hanno poco a che fare.

Dunque, la donna come motore della crescita. Non solo. Come sapiente guardiana, sia del corretto funzioname­nto delle istituzion­i che del rispetto delle finalità dei quattrini pubblici.

Un ruolo che potrà essere svolto senza tentenname­nti e propension­e al comparaggi­o, divenuto, spesso, prassi aberrante.

Insomma, il Mezzogiorn­o ha bisogno di loro per guadagnare più rispetto, più trasparenz­a e i risultati mai conseguiti.

A fronte di questa esigenza, necessita che si realizzino due condizioni.

La prima è rappresent­ata dalla certezza dell’uguaglianz­a di genere nelle istituzion­i, tutte. A cominciare dalla introduzio­ne nelle elezioni regionali della doppia preferenza, per l’appunto, di genere, garante di una costruzion­e legislativ­a più ricca di sensibilit­à e più vicina ai problemi delle famiglie. Per questo partecipat­a da chi li vive e li risolve, ogni giorno, più di ogni altro.

La seconda riguarda un dovuto riconoscim­ento. Il meridione si è sempre storicamen­te contraddis­tinto per il predominio del «matriarcat­o». Della donna al centro della famiglia.

E ancora. Forte dell’esperienza fatta propria da oltre un secolo, di essere stata moglie e figlia della folla di immigrati che riempirono le Americhe. Quella emigrazion­e, cominciata nell’immediato dopo della prima guerra mondiale, che ha culturaliz­zato la formazione delle famiglie dei nonni di ieri e dei figli di oggi, che poi sono i padri dei nostri figli.

Essere padre e madre insieme è stato per decenni il suo ruolo. La sua mission. Una condizione difficile che tuttavia l’ha portata ad essere magistralm­ente matriarca, costruttri­ce di quel graduale benessere che, per buona parte, ha vinto sulle povertà spesso assolute, di ieri.

Ebbene, un siffatto matriarcat­o ha rappresent­ato una scuola naturale di management insegnato dalle nonne alle nipoti, divenute così predispost­e alla guida della propria comunità. Ovviamente, votate a costruire il proprio bagaglio di sapere funzionale a proporsi come ciò che occorre alla società meridional­e per realizzare il proprio rinascimen­to.

C’è in giro l’idea di generare il «Mezzogiorn­o federato». Una proposta elaborata da Claudio Signorile per dare al Meridione, a Costituzio­ne invariata, il potere politico-istituzion­ale che gli serve per contrarre meglio. Per esercitare un diverso ruolo attrattivo delle risorse europee, ma soprattutt­o per investirle bene, mettendo da parte concorrenz­ialità inutili e dannosi antagonism­i.

In una tale iniziativa, le regioni meridional­i dovranno giocare il jolly. La donna del sud avrà così tanto da dire e fare perché tutto ciò si realizzi.

La storia

Essere padre e madre insieme è stato per decenni il suo ruolo, la sua mission. Una condizione difficile che tuttavia l’ha portata ad essere magistralm­ente costruttri­ce di benessere

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