Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Commercian­ti in corteo Assieme a loro c’è l’assessore Clemente

Sfilano farmacisti, titolari di palestre, gestori di bar e ristoranti E domani una pizzeria devolverà l’incasso del delivery ai dipendenti

- Di Anna Paola Merone

NAPOLI Proteste, solidariet­à, e prospettiv­e poco rosee. Il commercio napoletano fa fronte comune contro un decreto che sta travolgend­o le imprese del terziario dopo aver assestato una mazzata secca ai pubblici esercizi. In pomeriggio 150 commercian­ti del Rione Traiano e di Soccavo hanno manifestat­o in strada. «Non possiamo fidarci di chi ci ha già rifilato una fregatura: è per questo che diciamo “tu ci chiudi, tu ci paghi”» lo slogan che ha scandito la protesta pacifica che ha coinvolto titolari di ferramenta, di pizzerie, gestori di bar e ristoranti, farmacisti e anche i titolari delle palestre della zona. Presenti alla manifestaz­ione anche Luca Caropreso, portavoce nazionale dell’associazio­ne Elite Taxi e l’assessore comunale Alessandra Clemente. «Ero a Soccavo — racconta — per la consegna del Giocattolo sospeso e ho incrociato la protesta dei commercian­ti. Chiedono garanzie per affrontare una situazione difficile. Ho deciso di fermarmi per portare la mia solidariet­à e la vicinanza dell’Istituzion­e che è la più prossima ai cittadini. Non si può non ascoltare queste persone e le loro grida di disperazio­ne»

Forze unite anche da piazza Dante a piazza Carità, dove le luci dei negozi vengono spente alle 18. I commercian­ti del Centro naturale commercial­e Spaccanapo­li abbassano le luci dei propri negozi in segno di solidariet­à con i titolari dei pubblici esercizi che devono chiudere al pubblico alle 18, edono sostegni concreti. «Napoli si regge su una economia fatta di piccoli artigiani — dice Antonio Bellisario, titolare di un negozio di fotografia —. Anche se qualcuno aveva da parte dei risparmi, oramai sono finiti, un’altra chiusura sarebbe micidiale. Parliamo di cali di fatturato rispetto all’anno scorso che arrivano a meno 70 per cento. Dopo un’altra chiusura, la maggior parte di noi nemmeno riaprirebb­e».

E intanto a Chiaia, sull’altro versante dello shopping, c’è chi ha deciso di adeguare gli orari di aperture del negozio a quelli del pubblici esercizi. La boutique “Spazio C” di via Carlo Poerio dal lunedì al venerdì sarà aperta ininterrot­tamente fino alle 18. Dopo si chiude, senza bar e ristoranti il quartiere è deserto.

In tema di solidariet­à, il ristorante «I re di Napoli» di via Partenope ha scelto di destinare l’intero incasso del delivery di domani ai collaborat­ori. «Pizza-integrazio­ne» il nome della giornata dedicata al personale di sala e cucina.

Intanto il presidente di Confeserce­nti Campania, Vincenzo Schiavo, è certo che «il Natale oramai è perso. Viviamo un lockdown mascherato, per strada non c’è nessuno, non c’è domanda. Immaginare di chiudere tutto ora sarebbe inutile» osserva, rilevando che «il sacrificio cui sono chiamati i commercian­ti con questo Dpcm non sta portando a nulla. Il Governo avrebbe dovuto fare scelte impopolari che ha preferito non fare». Per Schiavo «la scuola non sarebbe dovuta ricomincia­re. Quindici giorni di apertura e paghiamo ora le conseguenz­e, così come pagheremo le conseguenz­e delle sacrosante manifestaz­ioni delle persone in strada dappertutt­o. Ci stanno portando con il cappio alla gola a dicembre, che dovrebbe essere un mese fondamenta­le per il commercio».

E, a proposito di proteste, sabato alle 12 è prevista — sempre davanti alla sede della Regione, quella degli host napoletani. Circa trecento i titolari di b&b e case vacanze, che da mesi sono deserte, che denunciano di non poter contare su alcun aiuto da parte del Governo.

 ??  ??
 ??  ?? Negozianti
Il commercio sempre più nella crisi, si moltiplica­no le iniziative di protesta
Negozianti Il commercio sempre più nella crisi, si moltiplica­no le iniziative di protesta

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy