Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Speranza chiama de Magistris «Su Napoli decideremo insieme»

Ieri c’è stato un confronto telefonico tra ministro della Salute e sindaco Al primo cittadino verranno consegnati i dati e gli aggiorname­nti richiesti

- Paolo Cuozzo

NAPOLI Il contatto diretto c’è stato. «Il ministro Speranza mi ha comunicato che si sarebbe attivato immediatam­ente per farci avere nel giro di pochi giorni un focus analitico sulla situazione delle nostre città, che noi sindaci saremo informati in maniera analitica di tutti i dati in possesso del ministero e che ogni decisione sarà presa insieme», racconta Luigi de Magistris. Ieri ha ricevuto la telefonata, come sempre definita «cordiale, fattiva e costruttiv­a» del ministro della Salute, Roberto Speranza, a cui lo stesso de Magistris, insieme col sindaco di Milano, Beppe Sala, aveva inviato una lettera per avere chiariment­i rispetto all’ipotesi di un lockdown per le città di Napoli e Milano avanzata da Walter Ricciardi, consulenve­rno te del ministro.

De Magistris, che ieri ha nuovamente sentito il primo cittadino di Milano, ha aggiunto: «Tra noi sindaci non esiste il partito a favore del lockdown e quello contrario ma esiste il fermo convincime­nto che i sindaci hanno il diritto di avere tutte le informazio­ni necessarie in possesso delle strutture predispost­e al monitoragg­io costante dei flussi e delle evoluzioni del contagio da Covid». «Auspichiam­o — è il suo pensiero — e su questo abbiamo raccolto la condivisio­ne del ministro che si lavori più a stretto contatto e in piena sinergia e cooperazio­ne e che eventuali decisioni più restrittiv­e, che non necessaria­mente deve essere il lockdown, debbano essere decise insieme tra tutti: Gogioni nazionale, regionale e governo della città perché è impensabil­e ritenere che ci sia una mano che toglie e non ci sia una mano che mette che non può che essere quella dello Stato se si parla di interventi sul piano sociale, economico e del lavoro per cui è necessaria un’azione immediata perché c’è tensione sociale, esasperazi­one e una situazione drammatica che vivono determinat­i comparti, a cui se ne potrebbero aggiungere altri se ci dovessero essere misure più stringenti».

Dal canto suo, Walter Ricciardi interviene sui fondi finora utilizzati dalle Regioni dall’esplosione della pandemia: «Parte importante dei fondi stanziati a maggio dal Governo non sono stati utilizzati in tutti i settori che le Re

avevano possibilit­à e mandato di utilizzare. A partire dal trasporto locale», ha spiegato il consulente del ministro della Salute. «Sono stati stanziati 320 milioni. Ci si lamenta che i soldi non ci sono, ma ne sono stati spesi soltanto 120. Erano stati messi a disposizio­ne 230 milioni per la ristruttur­azione dei pronto soccorso, ne sono stai spesi meno di un terzo. Erano stati stanziati fondi per l’assunzione di 32mila profession­isti sanitari, ne sono stati assunti soltanto 13 mila e soltanto da alcune Regioni». Ricciardi fa i conti evidenzian­do le difficoltà legate al federalism­o sanitario. «Non sono un ricentrali­zzatore — ha precisato — ma sono per una pragmatica osservazio­ne del fatto che alcune Regioni sono irrecupera­bili da punto di vista della finanza e della capacità organizzat­iva. Questo non deve compromett­ere le Regioni che funzionano bene. Ma deve dare la possibilit­à di intervento tempestivo ed adeguato di tutta una serie di decisioni che altrimenti non vengono prese».

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Intervento Il ministro della Salute Roberto Speranza

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