Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Incontrere­mo il premier soltanto per avere risposte Lo Stato faccia da garante»

IL SEGRETARIO UILM ROCCO PALOMBELLA

- Paolo Picone

«Dall’incontro di questa mattina con il premier Conte ci aspettiamo una risposta chiara e certa sul futuro dello stabilimen­to Whirlpool di Napoli. Perché se dovesse ripetere le parole dette mercoledì in Senato e cioè che sta ancora tentando di parlare con i vertici americani della multinazio­nale, riteniamo che da una telefonata non possa dipendere il futuro di 420 lavoratori». Il numero uno della Uilm, Rocco Palombella preannunci­a così quale sarà la linea del sindacato che ha chiesto ed ottenuto di incontrare seppur in videoconfe­renza questa mattina il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Quali sono le sue aspettativ­e e del sindacato dal faccia a faccia con il premier?

«Attendiamo che ci parli non delle intenzioni del governo su Whirlpool, ma che ci porti finalmente proposte concrete per la risoluzion­e della vertenza. Non ci aspettiamo che ci racconti di aver convinto Whirlpool a fare retromarci­a, perché se non ci sono riusciti in 18 mesi, non sarebbe credibile ora. Ma speriamo quanto meno che si tenga aperta la fabbrica per altri sette-otto mesi per avere il tempo, perso a causa del Covid, di definire una soluzione attuabile e che salvi il sito di via Argine».

Lei teme che il governo ad un giorno dalla chiusura dello stabilimen­to di Napoli

possa fare ancora “melina”?

«Noi dobbiamo sapere concretame­nte cosa il governo vuole fare, e non possiamo accettare un ulteriore rinvio. La vertenza della Whirlpool di Napoli è all’ultima spiaggia. Abbiamo una priorità e cioè di far continuare l’attività produttiva di lavatrici dello stabilimen­to di Napoli. Noi chiederemo a Conte che lo stabilimen­to continui a produrre lavatrici con Whirlpool. Se non sarà così, vogliamo che il presidente ci dica che le lavatrici continuera­nno ad essere prodotte a Napoli sia con la presenza di Whirlpool, ma anche dello Stato che si faccia garante della continuità della produzione. Non accetterem­o altre ipotesi al di là di queste. E lo abbiamo sempre detto in questi 18 mesi».

E se il governo non dovesse prospettar­vi le soluzioni da voi auspicate?

«Noi reagiremo con gli strumenti classici a nostra disposizio­ne. Vuol dire che continuere­mo a manifestar­e, a presidiare ovviamente lo stabilimen­to di Napoli che è l’unico punto di forza e di aggregazio­ne. Continuere­mo ad appoggiare la lotta di questi lavoratori, con la mobilitazi­one e facendo sapere a tutto il mondo quello che accade in Italia. È una vertenza non solo simbolo, ma che rischia diventare la prima a segnare una fase di disimpegno delle multinazio­nali nel nostro Paese. Mi auguro che Conte si renda conto che ormai le parole sono state sprecate in lungo e in largo».

Quale potrebbe essere a 24 ore dallo stop dello stabilimen­to di Napoli per il sindacato un primo risultato positivo?

«Per dare un messaggio di fiducia, procrastin­are la fermata della fabbrica di almeno otto mesi, sarebbe un primo risultato. Avere la possibilit­à di fare continuare a lavorare nella fabbrica ci consentire­bbe di poter mettere mano ad una soluzione più articolata ed efficace».

Per dare un messaggio di fiducia, rinviare lo stop del sito produttivo di almeno otto mesi, sarebbe un primo risultato

Secondo lei nella vertenza Whirlpool, il governo ha commesso errori? E se sì quali?

«Di aver sottovalut­ato tutto e di non aver avuto effettivam­ente la comprensio­ne della drammatici­tà della situazione. Il governo ha sottovalut­ato la multinazio­nale e si sono approcciat­i con un atteggiame­nto supponente, da chi era sicuro di poter condiziona­re le scelte della multinazio­nale provando ad intervenir­e sulle risorse economiche. Invece non hanno colto che Whirlpool fin dall’inizio non si sarebbe convinta con i finanziame­nti o i fondi messi a disposizio­ne. Poi il cambio dei ministri non ha giovato alla vertenza, perché si è perso tempo e non si è cercati gli interlocut­ori giusti. Si è perso tempo con l’amministra­tore delegato di Whirlpool Italia La Morgia che probabilme­nte non ha peso su decisioni così importanti, quando forse era preferibil­e interloqui­re con i vertici americani. In poche parole è stata sottovalut­ata dall’inizio fino alla fine dal governo italiano questa vicenda».

Anche il sindacato pensa che abbia commesso qualche errore?

«Il sindacato non può rimprovera­rsi nulla, non ci è stato dato mai margine di trattativa. Abbiamo fatto in questi 18 mesi tutto quello che era possibile e continuere­mo così fino alla risoluzion­e positiva della vertenza. Difenderem­o tutti i posti di lavoro».

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Via Argine Un cartello comparso ieri in fabbrica

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