Corriere del Mezzogiorno (Campania)

UN «SALVADANAI­O» PER OGNI EVENIENZA CREARE STABILITÀ NELL’EMERGENZA VIRUS

- di Claudio De Vincenti

Èun brusco risveglio quello imposto dalla seconda ondata di Covid-19: l’ottimismo dei mesi estivi è stato soppiantat­o dalla presa d’atto di un’emergenza pandemica che si è ripresenta­ta su scala allargata e che al momento non sappiamo quanto potrà durare. Ed è un risveglio che scuote l’agenda di politica economica e sociale: all’enfasi sulla ripresa post-Coronaviru­s è subentrata la «sterzata» repentina delle misure urgenti di aiuto per famiglie, imprese, lavoratori. L’incertezza e il disagio profondi che percorrono il Paese chiedono che la politica economica del Governo sappia ricostitui­re un quadro di stabilità per l’oggi e per il domani.

Nei mesi estivi, il dibattito si era concentrat­o sulla preparazio­ne del Programma nazionale che, con le risorse di Next Generation Eu, dovrà sostenere e consolidar­e la ripresa economica che si era avviata con la fine del lockdown. La stessa Nota di aggiorname­nto al Def, presentata a fine settembre dall’Esecutivo, basava le indicazion­i di politica economica su uno scenario di sostenuta e perdurante ripresa. Sulla stessa linea si è poi attestato il Documento programmat­ico di bilancio di metà ottobre, apripista della Legge di bilancio in corso di stesura.

Oggi il quadro è decisament­e cambiato e forse non è un caso che il testo della legge non sia stato ancora licenziato: è arrivato invece il Decreto Ristori che giustament­e, a fronte della nuova emergenza Covid, rinnova le misure di sostegno varate con i decreti della primavera scorsa.

È così tornata prioritari­a l’esigenza di contenere le conseguenz­e negative della pandemia sulle condizioni di vita delle famiglie e sulla tenuta delle imprese. Ed è vero che, almeno per ora, le misure di prevenzion­e sanitaria incidono solo su alcuni comparti produttivi (soprattutt­o ristorazio­ne, attività ricreative, cultura, turismo), ma si tratta comunque di settori che producono una quota non irrilevant­e del Pil, forniscono occupazion­e e reddito a tante famiglie, alimentano domanda di beni e servizi per gli altri: un loro collasso provochere­bbe conseguenz­e drammatich­e per l’intera economia nazionale, oltre che per le persone direttamen­te coinvolte.

E questo è tanto più vero nel Mezzogiorn­o. La minor presenza di attività industrial­i e il più ampio rilievo del settore dei servizi, insieme con la maggiore fragilità finanziari­a delle imprese e la diffusa presenza di occupazion­i precarie, rende nel Meridione più acuto il rischio di una contrazion­e del tessuto produttivo e occupazion­ale tale da compromett­ere le chance di ripresa futura.

La «sterzata» di politica economica verso misure emergenzia­li era quindi necessaria. Essa però, proprio perché improvvisa, ha provocato un accorciame­nto dell’orizzonte temporale entro il quale imprese e famiglie collocano le loro prospettiv­e rispettiva­mente di produzione e di reddito. Si è accentuato così quel disagio profondo, e per tanti angosciant­e, che percorre in questi giorni difficili il nostro Paese. Per rispondere a questo disagio è necessario che la politica economica aiuti a riallungar­e l’orizzonte temporale delle scelte imprendito­riali e dei comportame­nti dei cittadini.

Il primo passo in questa direzione consiste nel predisporr­e strumenti di bilancio che diano un quadro di certezze per tutto il periodo emergenzia­le, indipenden­temente dalla sua durata. La Legge di bilancio farebbe bene perciò a prevedere una sorta di «salvadanai­o», la costituzio­ne cioè di un consistent­e fondo precauzion­ale da accompagna­re con la richiesta al Parlamento dell’autorizzaz­ione preventiva per il Governo ad attingervi, senza bisogno di nuovi decreti d’urgenza, per finanziare eventuali prolungame­nti delle misure emergenzia­li previste dal Decreto Ristori. Chiarendo anche come, nella gestione dell’emergenza nei prossimi mesi, si intendano combinare le risorse nazionali e le risorse messe a disposizio­ne dall’Unione Europea — proprio per gli interventi più urgenti a sostegno di imprese, lavoratori e famiglie — con i fondi del Sure e della Bei e, perché no, del Mes. E, infine, ripulendo il bilancio dai bonus non strettamen­te necessari, che pure sono stati introdotti con i precedenti decreti, ed evitando di adottare misure «a pioggia» che sprechereb­bero risorse non concentran­dole sulle situazioni di reale difficoltà.

Il secondo passo consiste nel dare concretezz­a e coerenza all’elaborazio­ne dei programmi per l’utilizzo delle risorse del Recovery Fund e nell’individuar­e gli strumenti normativi e operativi per attuarli nei tempi, giustament­e stringenti, richiesti dalla Commission­e Europea. L’occasione che la strategia Next Generation Eu offre all’Italia per ricostruir­e le basi struttural­i della crescita e del riequilibr­io territoria­le non può e non deve andare dispersa.

Stabilità per l’oggi e prospettiv­a per il domani: di questo il nostro tormentato Paese ha bisogno.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy