Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Positivi in carcere il Garante: gli anziani lascino le celle
«La situazione in Campania si è ulteriormente aggravata. Nelle carceri crescono il sovraffollamento, i contagi tra gli agenti di polizia penitenziaria e il personale socio-sanitario e ci sono già una decina di casi tra i detenuti». Sono le motivazioni da cui prende le mosse una lettera inviata dal Garante regionale per i detenuti, Samuele Ciambriello, assieme a quelli della città di Napoli e delle province di Avellino e Caserta ai capi delle Procure di Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Salerno, Benevento, Avellino e ai due presidenti dei tribunali di sorveglianza di Napoli e Salerno.
Nella missiva si invocano «una serie di decisioni, alcune delle quali già messe in campo all’inizio della pandemia». Ovvero misure «alternative alla detenzione» là dove è possibile («il nostro ordinamento prevede un sistema di sanzioni penali calibrato sulla gravità del fatto e la pericolosità dell’autore») e di «evitare che i detenuti in regime di semilibertà facciano ingresso presso gli istituti penitenziari anche solo per trascorrere le ore notturne». Le richieste dei Garanti, viene ulteriormente specificato, sono state immaginate «con particolare riferimento ai detenuti anziani e malati, e a quelli che devono scontare pene minime sotto i due anni». Si chiedono, dunque, misure alternative alla detenzione per ridurre i rischi di diffusione dell’epidemia nelle carceri. Una eventualità su cui starebbe già lavorando da qualche tempo il ministero della Giustizia d’intesa con il Dap se è vero che proprio ieri il Sap, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, si è detto contrario. «Fonti ufficiose parlano di 15-16 mila detenuti pronti a lasciare le carceri» è stata l’accusa. Contro il «mini indulto» è polemica anche in Parlamento.