Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Whirlpool chiude Gli operai non mollano: restiamo qui

De Magistris incontra i lavoratori e ripropone il piano per creare «un’azienda bene-comune» Lavoratori e sindacati: è pura fantascien­za. Il Pd: «Nazionaliz­zare sarebbe da irresponsa­bili»

- di Paolo Picone

Nonostante sia stata ormai staccata la spina ai reparti di produzione, i lavoratori dello stabilimen­to Whirlpool non ne voglio sapere di lasciare la fabbrica: resteranno nella sala assemblee e nel piazzale dell’ingresso. Il sindaco de Magistris incontra i lavoratori e propone il piano di un’azienda bene-comune. Perplessi operai e sindacati.

Nonostante sia stata ormai staccata la spina ai reparti di produzione, i lavoratori dello stabilimen­to Whirlpool di Napoli non ne voglio sapere di lasciare il presidio in fabbrica. Almeno fino a quando per loro non sarà trovata una soluzione concreta hanno deciso, in accordo anche con i sindacati, che resteranno nel sito di via Argine, nella sala delle assemblee e nel piazzale dell’ingresso, ma non potranno più accedere ai locali adibiti all’attività produttiva ormai bloccata.

Stabilimen­to che si ferma del tutto per la prima volta dopo quasi 60 anni di attività ininterrot­ta. Ieri, dopo aver trascorso alcuni operai la prima notte all’interno del perimetro di fabbrica, si è svolta l’assemblea indetta dalla Rsu, aperta alle forze politiche, sociali e istituzion­ali. Iniziativa a cui ha preso parte, tra l’altro, anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris che ha riproposto il suo “cavallo di battaglia” degli ultimi tempi quale “unica” soluzione della vertenza e cioè «far diventare questo luogo — ha spiegato il sindaco — il primo esempio di una “fabbrica bene comune”, dove governo, Regione Campania e Città metropolit­ana acquisisco­no le azioni della Whirlpool con un’attività di produzione e se nel caso anche di riconversi­one, con i lavoratori che entrano nell’organizzaz­ione e nella produzione». Una proposta che de Magistris si dice certo essere fattibile, pur non entrando mai nei dettagli, e dichiarand­o ieri, di fronte allo sbigottime­nto dei presenti, che è disposto a «mettere i soldi che il Comune non ha».

Parole accolte non proprio bene dalle tute blu; per sindacati e lavoratori sembrano allo stato attuale «pura fantascien­za». In disaccordo anche la senatrice napoletana del Pd Valeria Valente che non usa mezzi termini: «Ora è necessaria una politica seria, responsabi­le e autorevole — afferma la parlamenta­re — anche per questo credo che il solo ventilare, di fronte a 400 famiglie che rischiano di perdere posto e stipendio, l’ipotesi di una possibile “nazionaliz­zazione” del sito o la sperimenta­zione di una nuova forma di gestione di beni comuni da parte di Comune, Città metropolit­ana e Regione, come ha fatto il sindaco di de Magistris, sia davvero da irresponsa­bili». Comunque, per i sindacati il caso non è affatto concluso. «La vertenza è aperta — conferma il segretario generale della Fiom di Napoli, Rosario Rappa

— i lavoratori non mollano e sanno che gli unici due soggetti che non hanno cambiato idea sono l’azienda, che dal primo giorno dice che bisogna chiudere, e il sindacato, che dal primo giorno dice che bisogna continuare a produrre lavatrici».

«I lavoratori di Napoli, il sindacato, la città e tutti quelli che hanno capito il valore della vertenza — sottolinea invece il leader della Uilm Campania Antonio Accurso — non molleranno, siamo noi l’Italia che resiste, il governo batta un colpo e faccia valere il suo peso. Se non si troverà una soluzione nessuno potrà ritenersi assolto». «La lotta continua — ha ribadito Raffaele Paudice, della segreteria Cgil di Napoli, intervenen­do, a nome dei confederal­i di Napoli — e il 5 novembre noi saremo in piazza con tutta la città di Napoli per portare la solidariet­à a Whirlpool ma non solo». Per il consiglier­e regionale Massimilia­no Manfredi «lo Stato dovrà mettere in campo qualsiasi strumento al fine di salvare l’azienda e assicurare la ripresa del ciclo produttivo».

Decine e decine le manifestaz­ioni di solidariet­à che sono giunte ieri ai lavoratori di Whirlpool Napoli da tutta Italia. Non a caso questa vertenza ha fatto comprender­e al mondo del lavoro che in Italia se una multinazio­nale, dopo aver preso ingenti fondi statali siglando un accordo con il governo, cambia poi i piani e decide di andare via, desertific­ando così i territori in cui avrebbe dovuto investire, di fronte a sé non trova alcun ostacolo da parte delle istituzion­i.

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Sindaco Luigi de Magistris

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