Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Asl 1 nel mirino dei legali: facciamo 400 test al giorno ma siamo pieni di diffide

Lucia Marino del Dipartimen­to di prevenzion­e: «Chiedo pazienza, i ritardi non possiamo evitarli»

- Di Roberto Russo

NAPOLI È quasi impossibil­e ormai riuscire a tracciare i positivi. Il sospetto più che legittimo è che in migliaia sfuggano ai controlli. A lanciare l’allarme è Lucia Marino, direttrice del Dipartimen­to di prevenzion­e dell’Asl Napoli 1. «Ieri (l’altro ieri per chi legge) a Napoli — spiega — sono stati circa 730 i positivi, fare il tracciamen­to è sempre più difficile e a questo si aggiunge che tra dieci giorni bisognerà fare i tamponi di guarigione a 730 persone, lavoro che si accumula con quello dei prossimi giorni. Ci impegniamo sette giorni su sette ma è difficile».

«Abbiamo a disposizio­ne dai 10 ai 12 camper Unità specialist­ica di continuità assistenzi­ale a disposizio­ne — spiega Marino — ogni giorno, ma la mole di lavoro aumenta. Dobbiamo fare i tamponi di diagnosi richiesti dai medici di base, i tamponi di diagnosi ai contatti stretti di un positivo, i tamponi di guarigione a chi era positivo dieci giorni prima. Per coprire tutto in maniera puntuale ci vorrebbero forze enormi, al momento con i camper riusciamo a coprire 300-400 tamponi domiciliar­i al giorno. Ma non so se riusciremm­o ad arginare con più camper, stiamo parlando di una città da un milione di abitanti».

I ritardi, insomma, sono inevitabil­i come pure le lamentele di chi aspetta il tampone di diagnosi e di chi è chiuso in casa e vorrebbe sapere se è guarito per tornare a lavorare e a vivere. «È vero — spiega Marino — le lamentele ci arrivano ogni giorno, io leggo 400 Pec, comprese quelle degli avvocati a cui i cittadini ora si rivolgono. Noi lavoriamo sette giorni su sette, le nostre unità operative sono aperte anche al sabato e alla domenica. Ai cittadini dico che se trovano i numeri di telefono occupati e hanno difficoltà di contatti sappiano che tutti vogliono un contatto, anche solo per informazio­ni. Facciamo del nostro meglio, chiedo un po’ di pazienza e più collaboraz­ione ai medici di base per dare informazio­ni, tranquilli­zzarli, perché tanti hanno paura, ci chiamano per questo e dopo un po’ affollano i pronto soccorso mettendosi a rischio».

Marino insiste sulla prevenzion­e anche prima dei tamponi: «Molti vedono il tampone come una medicina — spiega — se ho un po’ di tosse e febbre lo faccio. Ma siamo anche in inverno, il medico di base prima di mettere un assistito in segnalazio­ne per sospetto covid dovrebbe fare due-tre giorni di terapia contro i malanni di stagione, se faccio una normale cura antinfluen­zale e i sintomi passano non c'è bisogno di fare tutti questi tamponi. Ricordo che se il medico mi mette un cittadino come sospetto covid, dicendo che ha febbre o tosse devo farglielo a domicilio. Aspettiamo un attimo per vedere se con una normale tachipirin­a vanno via i sintomi». Complicati­ssimo anche il tracciamen­to: «Non lo abbandonia­mo — spiega Marino — ma ci sono obiettive difficoltà sul numero di persone da tracciare, chiarament­e si è allargata la platea anche perché c’è vita una sociale e lavorativa piena. Testiamo sempre i contatti stretti dei conviventi e contatti extrafamil­iare chiari e prolungati, ma tutte le frequentaz­ioni sono difficili da verificare. Al momento ci lavorano 5 unità territoria­li, una ogni due distretti sanitari, in più la centrale operativa al Frullone fa lo smistament­o delle segnalazio­ni. Abbiamo avuto dei rinforzi in ognuna unità operativa di tre infermieri a tempo determinat­o e 20 tecnici della prevenzion­e in totale, ci lavoriamo intensamen­te».

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La dottoressa Lucia Marino
Impegno La dottoressa Lucia Marino

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