Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Quella fabbrica appartiene a noi Ci lavorò mamma»
Vincenzo Accurso ha 44 anni è sposato ed ha due figli, di 8 e 4 anni. Lavora in Whirlpool dal 2 febbraio del 2004, è uno di quegli operai che questa fabbrica la conosce sin da bambino. Da quando ci lavorava già la mamma, dipendente dello stabilimento per ben 36 anni. «Per me infatti questa fabbrica – ci racconta – è un pezzo di vita. Un pezzo di vita che ci vogliono portare via nel peggiore dei modi». Vincenzo è anche un delegato sindacale, ieri infatti dal palco di piazza Dante ha parlato a nome di tutti i lavoratori della Whirlpool di Napoli. È uno dei 400 che da quel maledetto 31 maggio 2019 non si è mai risparmiato per portare avanti una vertenza molto complicata e che per ora si è conclusa nel modo peggiore con lo stop delle attività produttive lo scorso 31 ottobre. «E in questo momento mi sento come in un limbo – aggiunge — non guardo al passato e non riesco ancora a guardare al futuro. Le mie energie sono tutte dedicate ancora a questa vertenza e non riesco ancora ad immaginare un futuro senza il lavoro in Whirlpool». «In 18 mesi – dice - non c’è stato un giorno che non abbiamo lottato tutti insieme e dimostrato che si può combattere una battaglia per il proprio posto di lavoro, mantenendo la testa alta e con grande dignità. Tutti i miei colleghi anche nei giorni di maggiore sconforto non hanno mai perso quell’energia necessaria per combattere contro una multinazionale che ci stava letteralmente scaricando».
Non a caso uno dei momenti più amari per Vincenzo Accurso è legato proprio all’attuale amministratore delegato di Whirlpool Italia, Luigi La Morgia, già direttore nel 2011 di questo stabilimento in via Argine. «Poco prima che rendessero pubblico il piamo industriale – racconta ancora Vincenzo - in cui il sito di Napoli doveva essere chiuso, incontrai La Morgia qui in stabilimento e mi disse tutto il contrario di quello che invece avevano già deciso. Vedrai che ruolo solido ed importante ricoprirà lo stabilimento di Napoli nel piano industriale del gruppo, furono le sue parole. Pochi mesi dopo invece ci avevano scaricati totalmente. E’ uno degli episodi che ricordo con maggiore tristezza ed amaro in bocca e non gli perdonerò mai di aver mentito sapendo di mentire». Ma anche su come la politica non abbia saputo risolvere questa vertenza: «In realtà su quanto sarebbe riuscito a fare il Governo – sottolinea – non avevo grosse aspettative. Ma immaginavamo che tutta la politica insieme potesse fare qualcosa».