Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Carceri, lettera a Bonafede I penalisti: rischio sanitario
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La Camera penale di Napoli e la onlus «Il carcere possibile» hanno scritto al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per sensibilizzarlo sul tema del contagio nelle carceri e sollecitarlo a farsi promotore di alcuni correttivi al decreto legge 137. Secondo i penalisti, infatti, alcuni articoli del decreto «così come oggi formulati non consentiranno di conseguire l’obiettivo di una sensibile e celere diminuzione delle presenze negli istituti. Il contenutissimo limite di pena e le numerose ipotesi ostative alla concessione della detenzione domiciliare impediscono il conseguimento di tale risultato».
A riprova di ciò, al ministro sono state fornite alcune cifre: «Con riferimento agli istituti penitenziari napoletani, il numero dei detenuti che potranno usufruirne è di circa 250 a fronte di quella riduzione di circa 800 unità necessaria per allineare il numero delle persone recluse alla disponibilità dei posti. Senza contare — si legge ancora nella lettera — che, com’è noto, la cronica indisponibilità dei braccialetti elettronici rallenterà notevolmente l’efficacia del provvedimento anche per quei pochi che potranno usufruirne». Tra le richiesta avanzate da Camera penale e onlus c’è quella di estendere l’applicazione della detenzione domiciliare «quantomeno ai detenuti la cui pena da scontare non superi i due anni in luogo dei previsti 18 mesi». Un’altra modifica al decreto proposta riguarda il braccialetto elettronico: si chiede infatti di «eliminare integralmente»la previsione che impone l’obbligo di farvi ricorso. «Il drammatico pericolo di una ulteriore diffusione del contagio — sottolineano gli avvocati — desta elevatissima preoccupazione nella stessa amministrazione penitenziaria». Mancano, in particolare, gli spazi da destinare all’isolamento sanitario dei casi sospetti e delle persone risultate positive al Covid.