Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Insenga, Sepe, De Rienzo, Porcelli Ecco il supergrupp­o del blues

Nasce un supergrupp­o formato da Insenga, Porcelli, De Rienzo e Sepe

- di Carmine Aymone

Napoli è una città blues, è la Chicago d’Italia, e lo è sempre stata grazie ai militari delle basi Nato che hanno forgiato i gusti e le carriere artistiche di tanti scugnizzi partenopei del dopoguerra come Vito Russo, Mario Musella, James Senese, Franco Del Prete, Pino Daniele, Edoardo Bennato, cresciuti ascoltando i vinili della Motown e della Stax Records.

Tra questi «ex scugnizzi» ci sono anche Mario Insenga, Gennaro Porcelli, Gigi De Rienzo e Daniele Sepe che hanno dato vita al progetto «Piombo a blues», un cd con 10 brani (il disegno della copertina è del chitarrist­a storico dei Blue Stuff Guido Migliaro), cantati in napoletano e inglese, pubblicato dalla Cheyenne Record di Giorgio Bennato (che lo ha prodotto con Aldo Foglia).

Quattro straordina­ri musicisti con una lunga storia musicale alle spalle. Insenga dei Blue Stuff, bluesman di razza, da anni conduce uno scrupoloso studio sulle origini del blues colleziona­ndo migliaia tra dischi e libri; Porcelli, uno dei due chitarrist­i di Edoardo Bennato, ha suonato con Louisiana Red, Bobby Dixon (figlio del celeberrim­o Willie Dixon), Nathaniel Peterson, Kenny Neal, Abi Wallestein, Henry Heggen, Carvin Jones, Ronnie Jones; De Rienzo, il basso di «Nero a metà» di Pino Daniele, ma anche uno dei più grandi produttori del nostro paese; infine «Capitan Capitone» Sepe, uno dei grandi sassofonis­ti italiani. «”Piombo a blues” è l’incontro di quattro amici musicisti, mossi da una comune passione per il blues – spiega Insenga ma non il blues di maniera, quello raffinato, didascalic­o, sempre più spesso celebrato come un rito da “santoni” e destinato ad un pubblico di “iniziati”. No, la nostra idea è quella di un blues “volgarizza­to”, che riporti al centro dell’attenzione la sua anima ‘laica’ e popolare: un blues ignorante e arrogante, grezzo, senza orpelli e senza gesti plateali. In definitiva un blues “sporco”, scostumato, suonato da questo pessimo agglomerat­o musicale che siamo noi 4».

«Il disco – racconta Porcelli, – contiene brani inediti come la title track “Piombo a blues”, “Groupies”. “Ritorno a Modragone”, “Polifemo”, “Arreposate cachisso”, “Mamma me vo’ cchiù bbene”, “Nunn’è cosa toja” e alcune cover: ”Wait and see” di Fats Domino, “Rainy day woman” di Bob Dylan, “You ‘ve got lo love her with a feeling” e “Don’t you lie to me”, due classici del grande Tampa Red alias Hudson Whittaker».

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Da sinistra, Gennaro Porcelli, Mario Insenga, Gigi De Rienzo e Daniele Sepe ritratti nella foto di Riccardo Piccirillo
Insieme Da sinistra, Gennaro Porcelli, Mario Insenga, Gigi De Rienzo e Daniele Sepe ritratti nella foto di Riccardo Piccirillo

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