Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ospedali in tilt, il capo del 118 «Dove sono i medici di base?»

La Fimmg: già assistiamo ventimila pazienti a domicilio Smi e Snami contro l’intesa sui tamponi in ambulatori­o

- Angelo Agrippa

Si rischia una guerra tra camici bianchi in piena mareggiata Covid. Il responsabi­le della centrale operativa del 118 e coordinato­re della rete regionale di emergenza, Giuseppe Galano, ha incalzato i colleghi medici di base e della Guardia medica. «I pronto soccorso e l’emergenza sono in crisi perché alla catena manca la medicina territoria­le — ha denunciato —. Oggi a Napoli ci sono 12 medici in servizio al 118 e 40 nella Guardia medica. Che stanno facendo? Avevo chiesto di incorporar­li anche solo per organizzar­e le visite a domicilio dei codici bianchi, ma dicono che il loro contratto non lo prevede». Per Galano, dinanzi a scene come quelle delle auto in coda al Cotugno e del Cardarelli e dell’Ospedale del Mare ormai al limite del collasso, non si può rimanere indifferen­ti. «Oggi la catena del servizio sanitario significa sopravvive­nza della popolazion­e. Un medico può stare a guardare il contratto? Si sono sottratti a questo dovere, parlano di contratto, ma se c’è la gente assistita in auto davanti agli ospedali si può mai opporre che il contratto non lo prevede?».

Per il sindacato dei medici di medicina generale Fimmg bisogna evitare fratture nella categoria. «Le immagini delle ambulanze in fila davanti dagli ospedali fanno certamente rabbrividi­re, ma non ci dimentichi­amo che per quei 2000 pazienti ricoverati, dei quali si occupano i medici ospedalier­i, ce ne sono circa 20000 che trovano cura grazie al lavoro dei medici della medicina generale — affermano Luigi Sparano e Corrado Calamaro della Fimmg Napoli —. I dati che arrivano dal territorio, anche dal confronto con le cooperativ­e dei medici della Asl Napoli 2 Nord, dei territori della provincia, dal Nolano alla Penisola Sorrentina, la zona Vesuviana e l’intera Città metropolit­ana, ci confermano un importante incremento dei pazienti gestiti in sorveglian­za domiciliar­e. Pazienti che, pur paucisinto­matici o asintomati­ci, hanno bisogno di un continuo monitoragg­io e confronto con il proprio medico di famiglia. Invece di polemizzar­e e demonizzar­e una categoria, sarebbe meglio concentras­i sull’assistenza. Davanti a questo virus e ai cittadini — sottolinea­no — avrebbe molto più senso mostrarsi ed essere uniti.Comprendia­mo la frustrazio­ne, anche perché è la stessa con la quale spesso dobbiamo fare i conti noi medici di medicina generale, ma creare polemiche fondate sul nulla non migliorerà le cose».

In Campania mancherebb­ero all’appello 350 medici di base. Intanto, altre due organizzaz­ioni, lo Smi (Sindacato medici italiani) e lo Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) della Campania hanno accusato di «grave atto antisindac­ale» il Comitato regionale ex art.24, in seguito a una riunione relativa all’accordo sui tamponi da eseguire negli ambulatori, dalla quale sia lo Smi che lo Snami sono stati esclusi. In sede nazionale, le due associazio­ni sindacali hanno, infatti, sollevato critiche sull’accordo stralcio che prevede l’esecuzione di tamponi da parte dei medici di base. Poiché, dicono, sarebbero numerose «le difficoltà per le quali il 90% degli studi dei medici di famiglia sono allocati in condomini dove non è possibile operare in sicurezza, senza la possibilit­à di creare dei percorsi riservati a chi deve effettuare il tampone».

Per queste ragioni Smi e Snami hanno chiesto la convocazio­ne, con la partecipaz­ione di tutti i sindacati medici, del Comitato Regionale ex art. 24 per la medicina generale. «La mancata convocazio­ne di tutte le parti sindacali — contestano — implicherà l’adozione di iniziativa giudiziari­a per reiterato comportame­nto antisindac­ale».

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Visita domiciliar­e Un medico di famiglia al lavoro

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