Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Volontari dell’ossigeno Su wathsapp una chat che aiuta i pazienti a trovare le bombole

Ieri vertice d’emergenza in Prefettura

- di Titti Beneduce

Bombole d’ossigeno gassoso scovate nelle farmacie in cui c’è disponibil­ità e consegnate a chi non riesce a procurarse­ne in un momento in cui la penuria è spaventosa: la solidariet­à corre su Whatsapp. Un gruppo di volontari nelle ultime settimane sta fornendo un aiuto concreto a chi deve curarsi a casa ma non trova l’ossigeno, soprattutt­o durante i fine settimana. Sono volontari (medici, farmacisti, studenti, mamme) in contatto con la Caritas di Aversa e Capua, ma attivi anche in provincia di Napoli. Tra i più attivi c’è la giornalist­a Marilena Natale, che da anni vive sotto scorta per le minacce ricevute dal clan dei casalesi. Domenica, per esempio, chi scrive ha avuto modo di constatare di persona quanto sia efficace la catena di solidariet­à. Da Aversa Marilena Natale ha contattato un amico, il farmacista Salvatore Crimaldi, che abita a San Giuseppe Vesuviano ma gestisce una farmacia a Mugnano di Napoli. Nonostante non fosse di turno, Crimaldi è andato ad aprirla e ha messo a disposizio­ne due bombole di ossigeno, una consegnata a Cancello Arnone, l’altra a San Vitaliano. In entrambi i casi i familiari dei pazienti avevano passato ore cercando di procurarse­ne una, telefonand­o a decine di farmacie tutte chiuse o sprovviste di ossigeno.

Il gruppo di volontari era già attivo da molti anni per fornire assistenza ai bambini ammalati della «terra dei fuochi»: l’associazio­ne, in fatti, si chiama «Terra dei cuori». Da quando c’è la pandemia, però, giocoforza gli interventi riguardano anche questi ammalati, soprattutt­o gli anziani che spesso sono soli. I volontari consegnano le bombole di ossigeno e provvedono anche a ritirare quelle vuote per riconsegna­rle: proprio i ritardi nella riconsegna, insistono i farmacisti, causano difficoltà negli approvvigi­onamenti. Ieri, a Giugliano, una bombola vuota lasciata davanti all’abitazione di un paziente è stata rubata: sono passati a ritirarla, ma non c’era più. Ai pazienti in difficoltà perché soli o indigenti vengono forniti anche i medicinali, ovviamente prescritti dai medici che li hanno in cura. In tanti casi vengono consegnati generi alimentari di prima necessità, perché le persone ammalate non possono uscire e non hanno familiari che le aiutino.

Il problema dell’ossigeno dovrebbe ora diventare meno allarmante: da ieri, infatti, è in vigore una direttiva della Regione in base alla quale — spiega Vincenzo Santagada, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Napoli — «anche i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta possono prescriver­e ossigeno liquido per ovviare alla carenza delle bombole». Finora, questo tipo di ossigeno era prescrivib­ile solo dagli specialist­i ospedalier­i e dagli pneumologi. «Questa direttiva — sottolinea Santagada — dovrebbe ridurre il disagio legato all’assenza di bombole». Ieri c’è stato un vertice in prefettura proprio sull’emergenza. Un’altra possibilit­à, infine, è data dal condensato­re di ossigeno, «un apparecchi­o che funziona come se fosse un elettrodom­estico, attaccato alla spina della corrente elettrica; questo apparecchi­o prende l’aria dalla stanza in cui si trova una persona e separa l’ossigeno da anidride carbonica e azoto, che vengono eliminati». L’impiego dell’ossigeno liquido è contestato da Paolo Russo, medico oculista e deputato di Fi, per il quale con l,’ossigeno liquido «si può arrivare ad un’erogazione di 6 litri al minuto, che va bene per i pazienti affetti da insufficie­nza respirator­ia cronica e non per i positivi al virus che invece hanno bisogno di un alto flusso pari a 16 litri al minuto».

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Una bombola di ossigeno medicale sempre più difficile da reperire nelle farmacie della Campania
Croce Rossa Una bombola di ossigeno medicale sempre più difficile da reperire nelle farmacie della Campania

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