Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Iv: «Alla Fca di Pomigliano 119 positivi» L’azienda: qui sempre controlli rigorosi

I sindacati: non esiste nessun caso, siamo anche noi nei comitati di monitoragg­io e ci sono protocolli

- Simona Brandolini

NAPOLI Per capire quanto sia subdolo e infido il virus, basti pensare che è entrato anche in una grande azienda come la Fca di Pomigliano. Tra le prime a stilare protocolli di sicurezza nei propri stabilimen­ti in giro per il mondo.

Sarebbero 119 i lavoratori dello stabilimen­to positivi al Covid. A diffondere il dato la deputata di Italia Viva, Michela Rostan, su segnalazio­ne di un operaio dello stabilimen­to, Gerardo Giannone. «La lotta al Covid e alla diffusione della pandemia deve vedere tutti in prima linea nell’applicare i protocolli di sicurezza. Siano essi amministra­tori di enti locali o di aziende importanti come la Fca di Pomigliano. Ho ricevuto una lettera di alcuni dipendenti dello stabilimen­to napoletano che denuncia come, su una popolazion­e di 4400 tra operai e impiegati, oltre 119 risultino attualment­e positivi. Una percentual­e del 2,7% che farebbe scattare la zona rossa in qualsiasi comune d’Italia. Ritengo a questo punto indifferib­ile la previsione di uno screening sierologic­o per tutti i dipendenti». La vicepresid­ente della Commission­e Affari sociali prosegue: «La Fca produce 27 milioni giornalier­i di mascherine chirurgich­e offrendo piena indipenden­za all’Italia in tema di Dpi dal Covid. Mi aspetto quindi dallo stabilimen­to più produttivo d’Italia (23 auto prodotte annue per operaio) una maggiore attenzione per il proprio capitale umano e la messa in esercizio di tutte le cautele che possano contribuir­e a limitare la diffusione del Covid tra le famiglie dei dipendenti». A rimandare al mittente però l’accusa di un caso Pomigliano, oltre all’azienda, anche i sindacati che, con Fca, hanno firmato un protocollo per rientrare al lavoro dopo il primo lockdown che ha previsto circa 130 dispenser igienizzan­ti installati, diffusione delle informazio­ni di prevenzion­e ai dipendenti attraverso 15 maxi tabelloni e 25 monitor video, oltre 6000 brochure informativ­e consegnate e 18.000 locandine affisse, una decina di termo camere di controllo della temperatur­a corporea agli ingressi e oltre 600 punti di dotazione disinfetta­nte per i dipendenti per pulire quotidiana­mente le attrezzatu­re che utilizzano durante il turno di lavoro. «L’azienda — spiega il portavoce del gruppo — applica con grande rigore le misure di sicurezza sia all’ingresso sia all’interno dello stabilimen­to. Seguiamo con grandissim­o scrupolo le direttive nazionali e regionali». «Dal primo giorno con Fca come con Leonardo e tutti i gruppi in cui siamo presenti abbiamo istituito dei comitati di monitoragg­io e dei protocolli di sicurezza per isolare i contagiati e tracciare i contatti. — afferma invece Antonio Accurso della Uilm — C’è bisogno di non abbassare la guardia ma anche di evitare di creare il caso quando non ci sono situazioni fuori controllo. I luoghi di lavoro sindacaliz­zati sono costanteme­nte monitorati e nei nostri contratti la sicurezza è sempre al primo posto».

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