Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ritorna «La Traviata» di Ozpetek al San Carlo
«L’Opera nella mia vita è entrata attraverso 3 donne: mia madre, il soprano Leyla Gencer e la portiera del palazzo in cui vivo (…) che ascoltava le opere». Così il regista Ferzan Ozpetek in un extra del dvd live Gcg Unitel di «La Traviata», inaugurazione della stagione d’Opera del 2012 del Teatro di San Carlo e inizio di un intenso rapporto del cineasta con la città di Napoli. La Parigi avvolta in tessuti damascati dei costumi di Alessandro Lai, che fuma narghilè è l’ambientazione che Dante Ferretti predispone alla regia di Ozpetek, mentre un’Orchestra del Teatro San Carlo in ottima forma, è condotta da un meticoloso e attento Michele Mariotti. Il regista propone una Parigi da Recherche» proustiana tra ricami, oppio e specchi nel primo atto, una residenza di campagna con un improbabile salotto en plein air e poi una gradinata metafora del declino della borghesia nel salone di Flora (Giuseppina Bridelli) e, nell’atto conclusivo, la solitudine di un letto di morte circondato da Annina (Michela Antenucci), dal dottor Grenvill (Gianluca Breda), da ricordi, suoni esterni e tardivi pentimenti dei Germont. Una sorta di quaderno di appunti per una messa in scena del capolavoro di Verdi era stato per Ozpetek nel 1999 il suo film «Harem Suare», ambientato in un 1910 di decadenza ottomana, ma al San Carlo l’unica concessione al cinema è il video dei volti del soprano protagonista, che il regista svela essere un insospettabile omaggio a un’attrice istriana cresciuta a Napoli: «La Traviata degli ultimi decenni è Laura Antonelli ed è la sua immagine che avrei voluto si proiettasse all’alzarsi del sipario, ma poi ho voluto rispettare la riservatezza dell’attrice e ho scelto di realizzare dei video del volto dei soprani protagonisti». Giovane e duttile il cast vocale di questa inaugurazione di stagione 2012 del San Carlo. Carmen Giannattasio dà voce a una Violetta che mette alle spalle il belcantismo dello stupore per affermare il canto romantico delle passioni vere. Molti i momenti di grande canto offerti dal soprano avellinese, ma è nel duetto e nella scena del secondo atto con il quasi perfetto Vladimir Stoyanov che Carmen Giannattasio rivela capacità interpretative e gestione del palcoscenico da raffinata e pur non distaccata interprete. In crescita e pieno di “giovanile” ardore, Saimir Pirgu è stato un valido Alfredo, lasciato libero di sfoggiare acuti, ma anche di prodursi in mezze voci. Si è mosso bene su un palco popolato il Corpo di Ballo del San Carlo nelle coreografie di Alessandra Panzavolta, contendendo la scena al corretto Coro diretto da Salvatore Caputo.