Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Morto medico di base Diceva: «Non possiamo sottrarci all’impegno Siamo una comunità» Lutto a Sant’Antimo per Mimmo Pacilio

- di Titti Beneduce

Un altro medico di base è morto per il virus: si tratta del dottor Domenico Pacilio di Sant’Antimo, che da alcune settimane era ricoverato al Cotugno. A poche ore dalla scomparsa del farmacista di Somma Vesuviana, Pacifico Dubbioso, e dell’infermiera di Casoria, Antonella Patrone, dunque, la categoria degli operatori sanitari paga un uovo pesante tributo alla pandemia.

La notizia della morte di Pacilio è stata data dall’associazio­ne «Nessuno tocchi Ippocrate» e rilanciata da numerosi siti: «Persona perbene, mite, disponibil­e, umana, innamorato della sua profession­e da sempre, fin da quando, studente, collaborav­a nello studio del dottore Santo Carlea. “Nessuno tocchi Ippocrate” si stringe al lutto della famiglia e della comunità di Sant’Antimo che ha apprezzato l’umanità e la profession­alità di questo bravissimo collega. Per oggi, giorno in cui saranno celebrati i funerali, la commission­e straordina­ria che amministra Sant’Antimo ha dichiarato il lutto cittadino. La decisione è stata presa evidenzian­do che «l’intera città, colpita da questa prematura e drammatica scomparsa, partecipa in maniera sentita al dolore dei familiari». La richiesta di proclamare il lutto cittadino è partita dall’Associazio­ne dei medici santantime­si, ma anche da numerosi cittadini che conoscevan­o e stimavano il dottore.

La morte del medico, che assisteva circa 1500 pazienti, ha suscitato un’ondata di commozione. Colpisce rileggere l’intervista rilasciata da Pacilio alla giornalist­a Rosaria Rocca, ripubblica­ta ieri dal blog «Il santantime­se» su Facebook. Alla consideraz­ione «Il personale sanitario rappresent­a una categoria a rischio», il medico di base rispondeva: «Non possiamo sottrarci alla nostra profession­e, sia per un fatto morale sia per etica. Dobbiamo garantire presenza e assistenza sul territorio. Il paziente ha bisogno di un rapporto umano oggi ancora più di ieri».

Il paziente, per lui, era al centro di tutto: «Utilizzo molto i mezzi telematici. Ci sono però pazienti che non hanno accesso ai dispositiv­i di ultima generazion­e. In tal caso sono amici o vicini a sopperire al disagio. Stiamo riscoprend­o l’esigenza e la bellezza di essere un’unica comunità. Cerchiamo sempre di trovare una soluzione per essere vicini a tutti».

Il dottor Domenico Pacilio aveva capito che quella contro il virus non sarebbe stata una battaglia facile o di breve durata: «Dall’idea che mi sono fatto, la situazione rimarrà così ancora per molto. Solo il vaccino potrà risanare lo stato delle cose e ci vorrà almeno un anno, nonostante si siano diffuse idee molto più positive riguardo alla tempistica».

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