Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bilancio, sindaco in pressing anche sui deluchiani in aula
Frezza e Buono, dal 2016 con l’ex pm, si sono candidati con il governatore
NAPOLI
Come si regoleranno, per il voto sul bilancio, i deluchiani che siedono in via Verdi? Rimarranno in aula, garantendo il numero legale, oppure no? E soprattutto, avranno tutti lo stesso atteggiamento verso il sindaco o ci saranno differenze?
Diego Venanzoni, ex pd oggi con La Città e neo-eletto consigliere regionale, non è mai stato vicino al sindaco, quindi non ha alcun dubbio sul fatto che non sarà in aula. Ma sembrerebbe non avere dubbi sull’assenza in aula anche il gruppo di Italia Viva, pure se i suoi tre consiglieri (Sgambati, Mundo e Mirra) nel 2016 sono stati tutti eletti in consiglio con il sindaco. Così come Nino Simeone, oggi nel gruppo Misto, diventato consigliere comunale di Napoli
nel 2016 nella lista «Con de Magistris sindaco» ma poi (come Mundo di Italia Viva) candidato non eletto con De Luca lo scorso settembre. Discorso analogo si può fare per Maria Caniglia, eletta con il sindaco poi passata con De Luca e non intenzionata a tornare indietro.
Ma va detto però che in aula siedono anche deluchiani che, almeno finora, hanno sempre votato con la maggioranza del sindaco. È il caso di Fulvio Frezza, pure lui eletto con de Magistris ma poi diventato consigliere regionale con il governatore. E Frezza, anche all’ultimo consiglio comunale del 9 novembre saltato per mancanza del numero legale, è rimasto tra i presenti. Atteggiamento simile a quello tenuto da Stefano Buono, candidato non eletto con una lista ambientalista che sosteneva De Luca e che, almeno finora, ha sempre sostenuto il sindaco. Il quale è corso ai ripari: si è fatto due conti ed è arrivato alla determinazione di chiedere la «seconda convocazione» con lo stesso ordine del giorno, quando sarà sufficiente la maggioranza dei presenti in aula con il quorum a 14, quindi appena 8 voti a favore, per approvare il bilancio. Una soluzione che sembra estrema ma che pare essere rimasta l’ultima cartuccia da sparare al primo cittadino per evitare lo scioglimento. Ci riuscirà? Prevarrà la voglia nascosta di molti consiglieri di opposizione di non presentarsi in aula per rimanere in carica fino a fine mandato? Si racconta pure che se l’opposizione, che oggi conta 22 consiglieri su 40, dovesse cambiare strategia e presentarsi in aula bocciando il bilancio, il consiglio si scioglierebbe. De Magistris è intervenuto in prima persona per chiedere la data del 16 per la seconda convocazione. Un tecnicismo. Che non risolverà il problema politico al Comune di Napoli dove la maggioranza non esiste più. Oramai da troppo tempo.
L’opposizione
Con il quorum a 14 bastano 8 voti a favore salvo che l’opposizione non voti tutta contro