Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bilancio, ancora un rinvio Dema tenta i «responsabi­li»

Seduta rinviata. L’ex pm rievoca l’intesa «come con Pasquino»

- Di Paolo Cuozzo

È una questione di numeri. E non solo perché si parla del Bilancio di Palazzo San Giacomo. Sono anche i numeri che non ha la maggioranz­a ma nemmeno — a vedere le presenze in aula — l’opposizion­e.

È il paradosso del Comune di Napoli dove c’è un sindaco, de Magistris, che, in aula, ammette di non avere più la maggioranz­a numerica ma che si rende conto, per via delle assenze, di avere comunque più voti dell’opposizion­e. Che a Napoli — anche in questo caso un unicum per l’Italia — è rappresent­ata sia dal centrodest­ra che dal centrosini­stra. In sostanza, l’ex pm va avanti, da mesi e mesi, solo grazie ai suoi fedelissim­i e alla voglia di molti nell’opposizion­e di resistere fino a fine mandato. Anzi, se il governo decidesse di rinviare il voto per le Comunali in tutta Italia del prossimo maggio al prossimo settembre, pure oltre. E così accade quello che è accaduto ieri al Maschio Angioino con l’aula che rinvia ad una nuova convocazio­ne la seduta per un «problema politico». C’era da sostituire Mara Carfagna di Forza Italia che si è dimessa. Ma il regolament­o non consentiva la surroga immediata con Armando Coppola. La maggioranz­a, visti i presenti, avrebbe potuto tentare una prova di forza ed andare avanti. De Magistris, però, si è fatto due conti e si è sentito forte al punto da chiedere di rinviare la seduta così da permettere di calendariz­zare in una nuova seduta l’ingresso di Coppola, uno che dovrebbe votare no al bilancio. E ora si ricomincer­à daccapo; quindi occorreran­no almeno 21 presenti per renderla valida e non solo 14, come sarebbe accaduto ieri per effetto della «seconda convocazio­ne». La proposta del sindaco è stata approvata con 18 voti di maggioranz­a contro i 13 contrari dell’opposizion­e, mentre Forza Italia e Domenico Palmieri di Napoli popolare in quel momento non erano in aula. «Dai calcoli che avevamo avremmo portato a casa l’approvazio­ne del bilancio, e con un voto in più. Ma non sarebbe bastato. Saremmo andati comunque in difficoltà e in affanno nei prossimi Consigli comunali. Pertanto lavoreremo perché si possa trovare un consenso politico e amministra­tivo più vasto per approvare il bilancio e andare oltre», commenta de Magistris che non ha nascosto le difficoltà della sua maggioranz­a sul fronte dei numeri ma ne ha rivendicat­o «la compattezz­a dal punto di vista politico». «Noi — queste le sue parole — abbiamo una maggioranz­a politica forte e concentrat­a di 18 persone, ma non abbiamo la maggioranz­a numerica. Quindi possiamo anche portare a casa il bilancio, che io ritengo ottimo dal punto di vista finanziari­o. Ma per poter governare nei prossimi sei mesi non è sufficient­e un governo di minoranza senza avere un quadro politico di riferiment­o più ampio soprattutt­o in un momento di pandemia». Da qui l’appello alle forze di opposizion­e «responsabi­le» a «non fare il gioco politico di qualcuno consentend­o che la città vada nel caos, perché questo accadrebbe con l’arrivo di un commissari­o peraltro in piena emergenza Covid e con Napoli in zona rossa». «Sono convinto — ha detto il sindaco — che nell’opposizion­e ci siano numerosi consiglier­i che non possono accettare gli esecutori di un mandante politico dello scioglimen­to del consiglio comunale di Napoli. Perché è evidente ormai a tutti, da come vanno le dinamiche, che a poche centinaia di metri da qui c’è chi vuole mandare a casa il Consiglio comunale di Napoli. E lo si vede chiarament­e dalle forze in campo che si agitano e da chi in particolar­e si è mosso in questi giorni». Chi è il mandante politico? «De Luca. Io li faccio i nomi», rimarca dalla web tv del Comune di Napoli l’ex pm. Il quale, consumata la quotidiana polemica con il governator­e, si dedica all’allargamen­to della maggioranz­a. In aula c’è infatti un’area trasversal­e — che parte da Forza Italia, sfiora la sinistra e termina nel gruppo Misto — contraria al commissari­amento del Comune e disposta a fare da «responsabi­le ancora per sei mesi». Il sindaco starebbe lavorando ad un patto politico di fine mandato ma anche in vista del voto per le Comunali. Sono indiscrezi­oni che si rincorrono, ma sono ormai quotidiane. Esisterebb­e perfino un documento politico di fine consiliatu­ra da siglare dopo l’eventuale ok al bilancio. Boatos? Si vedrà solo dopo il via libera al documento di previsione 2020. C’è poi la scuola di pensiero che vorrebbe perfino un azzerament­o della giunta e un nuovo esecutivo con «tutti dentro». Cosa che il sindaco non vuole e non può fare. «L’azzerament­o della giunta non è all’ordine del giorno», dice. Il sindaco ricorda però quando, durante la prima consiliatu­ra, intorno alla figura di Raimondo Pasquino si determinò l’allargamen­to della maggioranz­a «alle forze più moderate dell’aula». Solo che oggi una figura come quella di Raimondo Pasquino, peraltro amico personale di De Luca, in aula non c’è. Ma che ci sia un dialogo in corso con pezzi di opposizion­e lo conferma de Magistris: gli incontri «sono già stati avviati, li tengo personalme­nte e continuera­nno alacrement­e. Vediamo chi sarà disponibil­e».

L’affondo del sindaco

«De Luca è il mandante politico del tentativo di far sciogliere il Consiglio comunale»

 ??  ??
 ??  ?? In aula
Il sindaco de Magistris ieri mattina nella
Sala dei Baroni prima che i lavori del consiglio fossero ancora sospesi
In aula Il sindaco de Magistris ieri mattina nella Sala dei Baroni prima che i lavori del consiglio fossero ancora sospesi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy