Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Napoli più povera ma anche più cara
Non solo più poveri, ma anche più cari. L’Istat ha reso noto i dati dell’inflazione delle regioni e delle città, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato l’ormai tradizionale classifica delle aree più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. In testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care c’è Bolzano, che con un’inflazione pari a +1%, ha la maggior spesa aggiuntiva, equivalente, per una famiglia media, a 318 euro. Al secondo posto Perugia, dove il rialzo dei prezzi dello 0,7% determina un aggravio annuo di spesa pari a 167 euro, terza Trento, dove il +0,6% genera una spesa supplementare, per una famiglia tipo, pari a 140 euro. Fuori dal podio, ma in quarta posizione, Napoli, +0,5%, pari a 109 euro. Stesso identico discorso per le regioni. Con un’inflazione a +0,9%, il Trentino registra, per una famiglia media, un rialzo pari a 244 euro su base annua. Segue l’Umbria, dove l’incremento dei prezzi pari allo 0,5% implica un incremento del costo della vita pari a 117 euro, terza la Calabria (+0,4%), con un rincaro annuo, per la famiglia tipo, di 77 euro. In quarta posizione la Campania: +0,2% pari a 40 euro. A preoccupare maggiormente è il trend relativo ai prezzi dei beni alimentari: i prodotti non lavorati appartenenti a tale comparto crescono ancora, passando dal +2,7% di settembre al +3,5% di ottobre. Un andamento che conferma, ancora una volta, le nostre preoccupazioni, spiega la Federconsumatori: tale incremento si traduce in un aumento medio dei costi sostenuti per la spesa alimentare di +196 Euro annui a famiglia.