Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Qui il calo del Pil si pagherà di più Noi sosteniamo chi punta sulla rete»
Annalisa Areni, Regional manager Sud Unicredit, che impatto ha avuto la pandemia sulle imprese del Sud? «Le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria hanno avuto e avranno un impatto inevitabile anche sull’economia, con effetti a lungo termine che rischiano di essere distribuiti in modo differenziato nelle varie aree del Paese. Da alcuni studi emerge che il Sud, che pur esprime imprese innovative e di eccellenza, rischia di pagare il prezzo più alto dal calo del Pil in quanto sconta elementi di fragilità strutturale per la sua conformazione industriale a macchia di leopardo, ma anche per la precedente crisi dalla quale non è riuscito a uscire del tutto».
Dal vostro osservatorio ci sono imprese che stanno reagendo alla crisi?
«Il quadro di indeterminatezza legato alla durata dell’emergenza non aiuta una più rapida ripresa dell’attività economica. Quello che notiamo è sicuramente un clima di incertezza che sta bloccando gli investimenti. Ma ci sono elementi di positività».
Quali?
«È di alcuni giorni fa la notizia di importanti investimenti di due multinazionali a Taranto e in Basilicata che produrranno nuovi posti di lavoro. Anche UniCredit ha sostenuto gli investimenti di molte imprese del Sud, anche in questa fase difficile. Abbiamo annunciato poche settimane fa, ad esempio, un finanziamento da 20 milioni in favore del Gruppo Seri che permetterà l’avvio del nuovo impianto industriale di Teverola per la produzione di celle al litio. È il primo impianto italiano per la produzione di batterie di nuova generazione, un progetto avveniristico che darà impulso a molte applicazioni industriali a basso impatto ambientale e permetterà il reimpiego di 75 lavoratori ex Whirlpool. Dobbiamo muoverci nella direzione di spingere sugli investimenti da attrarre e di stimolare la domanda di credito per investimenti per una ripartenza del Sud che sia duratura nel tempo».
Che ruolo può avere il sistema bancario per ripartenza delle aziende nel Mezzogiorno.
«In questi ultimi mesi è stata data al sistema bancario una grossa responsabilità essendo stato investito del ruolo di principale attore nel sostegno all’economia del Paese. Con i diversi decreti emanati, non ultimo il Liquidità, le banche fungono da meccanismo di trasmissione della liquidità per le imprese e l’economia reale. UniCredit ha continuato a fare la propria parte anche in questi mesi: si attestano a 22 miliardi i volumi di prestiti sotto moratoria concessi in Italia, mentre per il Decreto Liquidità i volumi con garanzia statale sono in costante crescita con quasi 10 miliardi erogati in Italia».
Le Istituzioni come possono sostenere lo sviluppo del Sud?
«L’intervento pubblico dovrebbe puntare a una fase di potenziamento infrastrutturale. Nei prossimi mesi il Paese avrà a disposizione risorse imponenti, un’occasione che non va sprecata soprattutto per rilanciare gli investimenti pubblici nel Mezzogiorno e garansi tire parità competitiva».
Le imprese come dovrebbero reagire per non perdere l’occasione della ripartenza?
«La vera sfida è utilizzare al meglio le grandi capacità che ci sono al Sud puntando su eccellenze imprenditoriali come agroalimentare, aerospazio, automotive, turismo. Ma la crici ha insegnato che serve anche un cambio di paradigma. Il modello piccolo è bello va ripensato, su questo bisogna compiere uno sforzo al fine di favorire l’aggregazione e la condivisione delle competenze, valorizzando anche le filiere produttive. E poi bisogna cogliere le opportunità della digitalizzazione che è un’occasione per le piccole e medie imprese del Sud per realizzare un salto di qualità. Recentemente abbiamo lanciato UniCredit Easy Commerce: con Google abbiamo sviluppato una soluzione chiavi in mano e in soli 7 giorni diamo ai nostri clienti un sito e-commerce completamente operativo. Un’opportunità per le imprese del Sud, che spesso sono di nicchia o a produzione artigianale, per poter vendere direttamente online i propri prodotti a clienti in tutta Italia e in Europa e aumentare il proprio giro d’affari».
Batterie new generation Venti milioni al Gruppo Seri per l’impianto di Teverola, che realizzerà celle al litio