Corriere del Mezzogiorno (Campania)
NAPOLETANI LEGITTIMATI AL PASSEGGIO
Caro direttore, alla fine anche il nostro don Abbondio si è salvato. Mediaticamente ha invocato la zona rossa, ma non ha chiuso né il lungomare né il centro storico, le cui immagini sui giornali e nelle trasmissioni televisive hanno evidenziato una situazione da tempo fuori controllo, per assenza di mascherine e assembramenti pericolosi che sicuramente hanno inciso sulla diffusione del contagio. È vero, ha sventolato ordinanze pronte per l’uso assai simili alle grida manzoniane, ma ormai il risultato era stato ottenuto. Dopo Lucia Annunziata soltanto Selvaggia Lucarelli gli ha ricordato comportamenti perlomeno discutibili e, nello specifico, gli ha rammentato affermazioni dello stesso tenore di quelle che hanno fatto saltare dalla sedia appena occupata il commissario Zuccatelli. E cosa dire delle esternazioni nelle quali,per giustificare la sua inerzia (o per paura di perdere consenso nel variegato mondo della turistificazione selvaggia da lui promossa) ha parlato di «gente che legittimamente cammina, che ha il diritto di uscire»?
Mentre il mondo scientifico e sanitario raccomanda a tutti di stare in casa, noi napoletani siamo stati legittimati a fare quattro passi. Il nostro eroe, passando da una trasmissione all’altra, lamenta l’emergenza sanitaria, che sicuramente esiste; ma quelle educativa, comportamentale e istituzionale, spesso alimentate da messaggi irresponsabili che fanno capo alla tanto celebrata anarchia partenopea, non vengono mai denunciate. Sicuramente non da lui, ma neanche dagli specialisti dell’informazione che lo ospitano. Eppure le contraddizioni sono evidenti, come lo sono alcuni comportamenti e l’incapacità di esercitare adeguatamente un potere politico che si rivendica ad ogni pie’ sospinto. Esercitiamo la nostra capacità critica perché, come dice Manzoni: «Don Abbondio... parrebbe la vittima; eppure, in realtà, era lui che faceva un sopruso».