Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Era stato accusato di abusi sessuali Scagionato il primario del Ruggi
Il leader dei radiologi Pinto: «Ora chi gli restituirà l’onore?»
Era stato sospeso dalla sua attività di medico radiologo perché accusato di aver molestato una sua paziente, ma il tribunale del Riesame lo ha scagionato, dopo cinque mesi, da ogni accusa per mancanza di gravi indizi. A darne notizia è il sindacato nazionale area radiologica (Snr) che in una nota «si rallegra per il rientro in servizio del dottore Mattia Carbone, direttore della Unità complessa di radiologia presso la Azienda ospedaliera universitaria Ruggi di Aragona di Salerno, dopo un provvedimento cautelare infamante».
Carbone fu coinvolto in un’indagine della polizia su presunti abusi sessuali. Secondo l’accusa, il radiologo avrebbe approfittato del suo ruolo, nel corso di una visita ad una donna di 40 anni, compiendo alcune manovre che sarebbero state, invece, interpretate come palpeggiamenti. Insomma, sospetti che hanno poi finito per generare la misura cautelare della sospensione dalla professione e l’interdizione di tutte le attività ad essa inerenti per un anno.
«Convinti della sua estraneità agli addebiti e della sua innocenza — commenta Fabio Pinto, vicesegretario nazionale Snr e coordinatore campano della federazione sindacale Fassid — scegliemmo la strada più difficile, quella del silenzio, attendendo che la magistratura svolgesse i necessari approfondimenti. Sono occorsi oltre 5 mesi per il pronunciamento del Tribunale del riesame, che il 16 novembre ha evidenziato la infondatezza delle accuse verso il nostro collega, consentendo di reintegrarlo nel suo lavoro. Ma ora — si chiede Pinto — chi ripulirà l’immagine del dottore Carbone sporcata dal fango? Chi gli potrà garantire un sereno proseguimento della propria attività professionale? In che modo potrà essere risarcito l’enorme danno di immagine? Auguriamoci che la pandemia, che sta stravolgendo tante cattive abitudini — conclude — possa produrre un effetto di mitigazione su tanti giudizi che spesso vengono dati con colpevole leggerezza».