Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Altri sguardi» nei luoghi spopolati del terremoto

Due fotografi, Peruzzini e Paraggio, tornano nel Cratere e lo attualizza­no in un volume

- Di Gabriele Bojano

Iluoghi dell’anima, l’anima dei luoghi. Quarant’anni dopo, senza indugiare però sulle ferite inevitabil­i lasciate ancora oggi sul territorio. Frigido pacatoque animo, direbbero i latini. È un libro fotografic­o sul terremoto del 23 novembre 1980, che però prescinde dall’impatto emotivo e anche di denuncia di quel dramma, Del silenzio e di altri sguardi che Gaetano Paraggio e Pio Peruzzini hanno dato alle stampe con il patrocinio morale del Consiglio Regionale della Campania.

Un lavoro accurato, in quasi 200 pagine, di vera e propria ’iconografi­a del bello che spesso mira al dettaglio, in cui, come scrive nella prefazione lo storico dell’arte Massimo Bignardi, i due autori «attraversa­no l’intera area che fu il cratere di quel dramma, seguendo itinerari immaginati­vi diversi».

Dalle bottiglie ai piedi dell’altare di Calabritto alla sedia fuori posto di Campagna, dai panni stesi a Teora, arravoglia­ti dal vento, al pallone che attende di essere recuperato davanti alla Cattedrale di Sant’Angelo dei Lombardi, dalle pale eoliche di Castelnuov­o di Conza all’auto in sosta sotto i murales di Lioni, ogni immagine rimanda, come annota con efficacia Rosetta D’Amelio, ex presidente del Consiglio Regionale della Campania a «un esistente carico di rumoroso silenzio».

Alla fine ciò che prevale è il genius loci, come dice uno degli autori del volume, Pio Peruzzini, «lo spirito che aleggia nelle strade e nelle piazze. Bello, rarefatto, onirico, spesso metafisico».

E ogni fotografia diventa quasi un efficace pezzo di cronaca di quello che questi piccoli luoghi, spazzati dalla furia devastatri­ce del terremoto, sono oggi diventati, tra nuove opere urbanistic­he, a volte ridondanti e un po’ kitsch, e vecchi scorci sedimentat­i nella memoria collettiva. Non è un caso, infine, che di tutte e 116 immagini contenute nel volume soltanto tre raffiguran­o figure umane «spiate» nel loro contesto di vita, un segno lampante che oggi, dopo un altro dramma devastante come il Covid, la nuova emergenza di queste aree interne è lo spopolamen­to.

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Salvitelle provincia di Salerno

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