Corriere del Mezzogiorno (Campania)

ECCO LA ZONA ROSSA A «MODO NOSTRO»

- Raffaele Ciotola

Caro direttore, ho apprezzato il rilievo che il suo giornale ha dato alla gran folla che è in strada, nonostante Napoli e la Campania siano zona rossa. Ma vengo al punto. Come crede che sarà il Natale che è quasi alle porte? Temo che tanti, che ora sono comunque in gito, arriverann­o a pensare che ci si può sbizzarrir­e in feste e riunioni della Vigilia, proprio come è avvenuto questa estate. Mentre quelli scrupolosi rinunceran­no anche a incontrare i nipoti. Ma poi chi decide chi sono i parenti stretti? Non è che a questo punto tanto vale tenere tutto moderatame­nte aperto e appellarsi al buon senso comune? Un po’ perché è ora di finirla con le ipocrisie, un po’ perché bisogna imparare a convivere con questo virus.

NCaro Ciotola, ulla è peggio dell’ipocrisia, tanto più quando c’è di mezzo l’interesse pubblico. Da giorni denunciamo come il passaggio dalla zona gialla a quella rossa, con un balzo istantaneo di due categorie, sia sostanzial­mente una farsa. Tranne che per il mondo della cultura e per la ristorazio­ne - ormai agnelli sacrifical­i delle misure anti Covid - è cambiato ben poco nella vita di tutti i giorni. Durante gli orari di punta, in alcune strade, bisogna addirittur­a destreggia­rsi nel traffico, senza contare i mercati rionali affollati e i negozi aperti un po’ ovunque. Basterebbe rileggere - l’abbiamo pubblicato di nuovo ieri - il vademecum dei provvedime­nti previsti nelle zone rosse per accorgersi del grottesco raggiro cui, dispiace dirlo, si prestano anche le autorità locali preposte ai controlli. Sia chiaro, nessuno ha nostalgia del lockdown duro e puro. Ciò che ci manca è la chiarezza: siamo una regione tra le più a rischio del Paese? Il contagio qui dilaga a tal punto da imporre le massime restrizion­i? Bene, allora qualcuno ci spieghi perché il tran tran quotidiano è identico a quello di una settimana fa e cosa - rispetto a prima - frena l’avanzata del virus. Perfino un talk nazionale come «Piazza pulita» ha denunciato il paradosso di questa situazione: possibile che soltanto le istituzion­i cittadine non se ne rendano conto, a cominciare dal prefetto? Lo ripetiamo per l’ennesima volta: il rispetto delle regole tutela chi è più debole. Ma a Napoli, purtroppo, continuano a vincere i furbi. Per questo, mi creda, meglio pensare alla salute che al Natale.

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