Corriere del Mezzogiorno (Campania)
ECCO LA ZONA ROSSA A «MODO NOSTRO»
Caro direttore, ho apprezzato il rilievo che il suo giornale ha dato alla gran folla che è in strada, nonostante Napoli e la Campania siano zona rossa. Ma vengo al punto. Come crede che sarà il Natale che è quasi alle porte? Temo che tanti, che ora sono comunque in gito, arriveranno a pensare che ci si può sbizzarrire in feste e riunioni della Vigilia, proprio come è avvenuto questa estate. Mentre quelli scrupolosi rinunceranno anche a incontrare i nipoti. Ma poi chi decide chi sono i parenti stretti? Non è che a questo punto tanto vale tenere tutto moderatamente aperto e appellarsi al buon senso comune? Un po’ perché è ora di finirla con le ipocrisie, un po’ perché bisogna imparare a convivere con questo virus.
NCaro Ciotola, ulla è peggio dell’ipocrisia, tanto più quando c’è di mezzo l’interesse pubblico. Da giorni denunciamo come il passaggio dalla zona gialla a quella rossa, con un balzo istantaneo di due categorie, sia sostanzialmente una farsa. Tranne che per il mondo della cultura e per la ristorazione - ormai agnelli sacrificali delle misure anti Covid - è cambiato ben poco nella vita di tutti i giorni. Durante gli orari di punta, in alcune strade, bisogna addirittura destreggiarsi nel traffico, senza contare i mercati rionali affollati e i negozi aperti un po’ ovunque. Basterebbe rileggere - l’abbiamo pubblicato di nuovo ieri - il vademecum dei provvedimenti previsti nelle zone rosse per accorgersi del grottesco raggiro cui, dispiace dirlo, si prestano anche le autorità locali preposte ai controlli. Sia chiaro, nessuno ha nostalgia del lockdown duro e puro. Ciò che ci manca è la chiarezza: siamo una regione tra le più a rischio del Paese? Il contagio qui dilaga a tal punto da imporre le massime restrizioni? Bene, allora qualcuno ci spieghi perché il tran tran quotidiano è identico a quello di una settimana fa e cosa - rispetto a prima - frena l’avanzata del virus. Perfino un talk nazionale come «Piazza pulita» ha denunciato il paradosso di questa situazione: possibile che soltanto le istituzioni cittadine non se ne rendano conto, a cominciare dal prefetto? Lo ripetiamo per l’ennesima volta: il rispetto delle regole tutela chi è più debole. Ma a Napoli, purtroppo, continuano a vincere i furbi. Per questo, mi creda, meglio pensare alla salute che al Natale.