Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Infortuni e Covid, 4 out nel Napoli I big dello sport: reali i timori di Adl

Da Oliva a Porzio, a Occhiuzzi: con le Nazionali rotte le «bolle»

- di Donato Martucci

Un vero e proprio tabù quello delle Nazionali per il Napoli. Sedici gli azzurri convocati nelle varie selezioni e un bilancio non proprio confortant­e per Gattuso che contro il Milan dovrà cercare di sopperire alle assenze: Osimhen infortunat­o (lussazione alla spalla), Ospina malconcio Hysaj e Rahmani positivi al Covid.

L’albanese è già in isolamento domiciliar­e nel suo paese mentre il kosovaro è in Italia. De Laurentiis ha più volte invitato l’Uefa ad evitare le gare delle nazionali in un momento così delicato, ma non è stato ascoltato. Tre campioni dello sport, medaglie olimpiche, sposano la tesi del presidente del Napoli. «Non è la cosa migliore in questo momento giocare con le rispettive nazionali – afferma Franco Porzio, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona 1992 -. Soprattutt­o per gli spostament­i che non fanno altro che favorire i contagi». Più duro Patrizio Oliva, oro nel pugilato a Mosca nel 1980: «Non hanno ancora capito che il calcio deve fermarsi come tutto lo sport. Perché non deve dire stop anche il calcio? È una domanda che trova una sola risposta: per gli interessi economici». «È un periodo che meno si fa, meglio è – spiega invece Diego Occhiuzzi, argento all’olimpiade di Londra nella sciabola - . Fermare il calcio a questo punto è difficile. Certo, se lo facessero stile Nba con una bolla reale avrebbe più senso. Non ci sono stati casi nel basket americano e un motivo ci sarà o no? Ma continuare in questo modo può essere pericoloso». Porzio insiste: «Capisco che fermare il calcio sia una cosa difficile, ma tutte le squadre stanno avendo problemi. Per il Napoli affrontare il Milan senza almeno due giocatori può essere una grande difficoltà. L’infortunio puoi metterlo in conto, ma un contagio lo si va un po’ a cercare in questo periodo storico». Oliva resta della sua tesi: «Hanno fermato le palestre, hanno chiuso lo sport, perché non il pallone? Non è una ripicca sia, ben chiaro. Io amo il calcio, ma a questo punto diventa un’esigenza chiudere tutto: ci sono troppi casi e in tutte le squadre. E anche troppe gare inutili in questa fase». Occhiuzzi spiega perché è d’accordo con il presidente azzurro: «Spesso sono critico con alcune scelte di De Laurentiis, ma la sua proposta all’Uefa era giusta. Le partite delle nazionali non le avrei fatte giocare in questo periodo. Sono dannose e possono comportare seri problemi per i trasferime­nti di calciatori in varie parti del mondo. Se si vuole giocare lo si faccia in sicurezza e non in questo modo: bisogna tenere il virus lontano». «In una stagione dove tutto è concentrat­o in nove mesi – ha concluso Porzio - le amichevoli le avrei evitate. Parlo per esperienze personali: ti rilassi troppo e rischi infortuni. Il tutto è aggravato da questa situazione pandemica». Oliva è categorico: «I giocatori possono farsi mille tamponi, a loro è concesso, ma ai loro familiari no ed è lì che si crea il corto circuito. Io non sono d’accordo nemmeno con la disputa delle coppe, figurarsi le amichevoli. Quello del calcio mi sembra un accaniment­o inutile».

Il campione

Non era il momento migliore per girare il mondo, i viaggi aumentano i rischi

Il pugile Hanno fermato le palestre, hanno chiuso lo sport, perché non il pallone?

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Il grande assente Osimhen si è infortunat­o giocando con la Nigeria

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