Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nella Pomigliano di Di Maio già in crisi l’intesa Pd-5S
La civica Rinascita: «Giunta di spartizione». Scontro sulla presidenza del consiglio
Ècome il salto di specie del virus. Con alcuni consiglieri comunali di maggioranza che scivolano all’opposizione e quelli della minoranza che seguono il percorso inverso.
È come il salto di specie
NAPOLI del virus. Con alcuni consiglieri comunali di maggioranza che scivolano silenziosamente all’opposizione e quelli della minoranza che seguono il percorso inverso. Non si sa se il salto porterà a nuovi contagi di instabilità o meno. Ma ora nel laboratorio politico di Pomigliano d’Arco — città considerata la Betlemme grillina, avendo dato i natali non soltanto al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, al suo fedelissimo Dario De Falco e alla leader regionale Valeria Ciarambino, ma anche alla prima fusione fredda Pd-Movimento 5 stelle — si sperimenta la maggioranza variabile a sostegno della giunta di Gianluca Del Mastro. Proprio il sindaco ha dovuto sudare le cosiddette sette camicie per varare, ad oltre un mese dalla elezione, la sua amministrazione.
Alla prima vera convocazione del consiglio comunale è accaduto che le tensioni già affacciatesi in occasione della formazione dell’esecutivo (con la civica Rinascita che ha denunciato come la giunta non rispecchiasse «la volontà espressa dai cittadini», includendo, peraltro, «soggetti attivi del centro-destra mariglianese») hanno scaricato i loro effetti sulla elezione del presidente dell’assemblea, Raffaele Cioffi, del M5s. Tanto che sui social il vicesindaco e segretario del Pd, Eduardo Riccio, ha dovuto sottolineare come «gli equilibri interni al nostro partito e alle forze politiche che governano Pomigliano non possono e non devono essere oggetto di polemiche superficiali e strumentali».
Cioffi è stato eletto con 16 voti alla terza votazione, dopo i due tentativi andati a vuoto per l’autocandidatura avanzata da un consigliere del Pd, Giovanni D’Onofrio. Quest’ultimo, costretto a casa perché positivo al Covid, ha potuto partecipare alla seduta solo grazie ad una mozione della minoranza, bocciata dagli esponenti pentastellati e dal sindaco. Ma i 16 voti raccolti da Cioffi, si è scoperto dopo, non rifletterebbero la coesione della maggioranza, come pure era stato indotto a credere il sindaco Del Mastro («La coalizione è compatta nonostante le differenze») tanto che mancherebbero proprio quelli di alcuni componenti dello schieramento uscito vincitore alle elezioni. Soprattutto mancherebbe il voto del consigliere della civica Rinascita, Antonio Avilio, che sempre su Fb ha sentito il «dovere di precisare il mio apprezzamento e la totale condivisione dell’intervento del collega Giovanni D’Onofrio che, come Rinascita nella prima seduta, ha palesato le contraddizioni interne a questa maggioranza che, evidentemente, hanno anche condotto alla formazione della giunta, ponendo l’accento su quelle che sono squallide, tristi e vergognose spartizioni di potere che non fanno che minare lo spirito di questa coalizione». Per poi sottolineare come la «candidatura del consigliere D’Onofrio ha trovato in me consenso reale ed elettorale perché sarebbe potuto essere figura di garanzia e di rappresentanza di tutti i problemi che abbiamo denunciato». Secca la replica del vicensindaco Riccio: «Saremo giudicati per quello che faremo giorno per giorno, ma ci sia concesso il beneficio del tempo che sempre dà le risposte più vere. Non appena sarà terminata questa fase di lockdown ci vedremo tutti da vicino per discutere e confrontarci così come abbiamo sempre fatto nella chiarezza dei rapporti e delle posizioni politiche. Siamo seri per essere credibili, tutti».