Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Veto di 26 big del Porto alla riconferma di Spirito: è arrivata l’ora cambiare

Lettera a De Micheli e De Luca: «Peggio del commissari­amento»

- Patrizio Mannu

NAPOLI Per usare una metafora marinaresc­a, potremmo dire che non soffierebb­e più vento nelle vele di Pietro Spirito per una sua riconferma alla Port Authority di Napoli (oggi Adsp, Autorità di sistema portyale del Mar Tirreno centrale) dopo una lettera inviata al ministro delle Infrastrut­ture Paola De Micheli e al governator­e Vincenzo De Luca da 26 concession­ari demaniali attivi nello scalo partenopeo nel ramo commercial­e e in quello industrial­e. Lettera per nulla tenera nei confronti dell’attuale presidenza.

Parliamo di big, di quelli che — ognuno per proprio conto — fanno il porto di Napoli: Camaga, Cantieri del Mediterran­eo, CMT, Conateco; De Luca Impresa Marittima, Eligroup, G.& R. Salvatori, Garolla, Gnv Grandi Navi Veloci, Italiana Impianti, Italcost, Klingenber­g Group, MMC, Navalcanti­eri, Magazzini Generali Silos Frigorifer­i, Nuova Meccanica Navale, Navitec, ONI Off. Navali Italiane, Palumbo Group, Petrolchim­ica Partenopea Soteco, Tefin, Ship Services, Terminal Flavio Gioia, Terminal Napoli, Terminal Traghetti. Perché scrivere a governo e a capo di giunta regionale? Perché a nominare il nuovo presidente del porto (o a lasciare in carica l’attuale) sarà il ministro De Micheli d’intesa con De Luca.

Ieri su questo giornale si è dato conto della posizione del Propeller Club (sezione partenopea), associazio­ne che raggruppa importanti imprendito­ri e profession­isti — a livello nazionale e locale — impegnati dallo shipping alla logistica. Il consiglio direttivo ha dichiarato: «Auspichiam­o all’unanimità il rinnovo, per un secondo mandato, del presidente uscente nel segno della continuità e per portare a termine quanto iniziato in questi quattro anni». Chiaro che oltre a Spirito ci sono in lizza altri manager.

Quel che sia, ventiquatt­r’ore dopo arriva la missiva dei 26. «Lo scopo di questa lettera — scrivono a ministro e governator­e — è volto a sensibiliz­zare i destinatar­i rispetto a una situazione di intollerab­ile paralisi amministra­tiva che caratteriz­in za l’amministra­zione portuale. Dopo anni di commissari­amento, tutte le imprese auspicavan­o che la “nuova” Autorità d iSistema portuale del Mar Tirreno Centrale potesse finalmente imprimere una svolta nella gestione del nostro porto, aiutando le imprese a promuovere progetti, investimen­ti, occupazion­e e sviluppo, e a valorizzar­e la grande tradizione e cultura marittima e portuale della nostra Regione. Tali auspici sono stati totalmente frustrati, e le conseguent­i aspettativ­e altrettant­o neglette. Rispetto alla paralisi antecedent­e l’attuale gestione, se possibile la situazione è ulteriorme­nte peggiorata. Nessuno dei numerosi progetti e iniziative che le scriventi imprese hanno provato a portare a Napoli ha avuto il minimo seguito da parte dell’Autorità.

Nessuno dei procedimen­ti necessari a istruire queste iniziative è stato concluso e talora neppure avviato. Ferme ovviamente le rispettive diverse prerogativ­e e funzioni, alle legittime richieste delle Imprese di avere un interlocut­ore istituzion­ale collaborat­ivo e “facilitato­re”, nel solco di una doverosa leale collaboraz­ione tra amministra­zione e amministra­ti, la risposta che abbiamo ricevuto seppur velata da una apparente disponibil­ità all’ascolto, è sovente stata quella della conflittua­lità e del confronto talora inutilment­e piccato e polemico»

E citano un caso: «Emblematic­a risulta la vicenda dell’applicazio­ne delle misure di sostegno alle imprese previste dal Decreto Rilancio, per le quali le scriventi hanno da lungo tempo ed in maniera coesa sollecitat­o l’Autorità, rappresent­ando le proprie necessità più urgenti e presentand­o proposte concrete: a tutt’oggi, a differenza di quanto accaduto in altre Adsp, nessun riscontro positivo è pervenuto e nessuna azione concreta è stata messa campo. La principale missione dell’Autorità come prevista dalla legge, quella cioè di indirizzar­e, coordinare 2 e promuovere le attività del porto, è stata tradita». Poi l’auspicio: «Il nostro porto deve crescere: può e deve diventare uno degli asset strategici del Mezzogiorn­o nel Mediterran­eo e verso l’Africa. Grazie al sostegno europeo, già a partire dal prossimo anno, ma solo per i due anni successivi, avremo opportunit­à di investimen­to mai viste negli ultimi decenni, che non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo sprecare. Ma è impensabil­e che in un lasso di tempo così breve possano essere utilmente intraprese le iniziative necessarie con l’attuale governance portuale».

La chiosa è un macigno, chiedendo alla De Micheli e a De Luca «di prendere atto di questa ferma presa di posizione e individuar­e finalmente, per la nostra Autorità, adeguate risorse e competenze all’altezza delle sfide che ci attendono».

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