Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lotta al Coronaviru­s, scomparsi altri tre medici

Addio a Cagnacci, Russo e Amente sindaco di Melito. L’amarezza dell'Ordine: 5 caduti in tre giorni

- Anna Paola Merone RISERVATA. © RIPRODUZIO­NE

NAPOLI Cinque medici morti nel giro di tre giorni. Cinque vittime che si aggiungono al lungo elenco di vittime del Covid. Sabato due decessi e ieri tre: camici bianchi che hanno perso la battaglia contro il virus.

Due dei tre medici scomparsi ieri sono di Melito. Il primo è Antonio Amente, sindaco della cittadina, che da due settimane era ricoverato nell’ospedale San Giuliano di Giugliano. Le condizioni di Amente, 69 anni, sono peggiorate nella giornata di ieri. Era stato lui stesso a comunicare di essere positivo al coronaviru­s con un post sulla sua pagina Facebook. Amente è il secondo sindaco del Napoletano a cadere per il Covid. Ad aprile perse la vita Carmine Sommese, anche lui medico, primo cittadino di Saviano.

Il secondo medico di Melito morto ieri per Covid è Cosimo Russo, un ortopedico che per anni è stato un pilastro del Cardarelli.

Amico e compagno di scuola di entrambi, Lorenzo Diana ha affidato a Facebook un saluto e un ricordo.«Sono molto addolorato. Il Covid ha portato via due amici medici nello stesso giorno. Poco fa mi è giunta la notizia della morte di Cosimo Russo, stimato medico ortopedico di Melito di Napoli. Uomo generoso e sempre disponibil­e. Conoscevo Cosimo dai banchi del liceo — ricorda il politico —. Eravamo nella stessa classe. Ci siamo sempre voluti bene. L’ho visto nel suo studio più volte fino al mese scorso. Tra noi ci sono stati sempre stima, grande affetto ed empatia.

Ogni incontro era un pieno di gioia a vedersi. Sembrava essersi lasciati appena il giorno prima. Sempre oggi è venuto meno un altro nostro compagno di classe del liceo, Antonio Amente, medico, sindaco di Melito. Nella stessa giornata sono morti due nostri compagni di classe». In serata la notizia della scomparsa di un medico di famiglia, Daniele Cagnacci, classe 1956. Un punto di riferiment­o solido per i suoi pazienti, è stato in trincea fino alla fine — nel suo studio al corso Umberto — e il Covid lo ha portato via in cinque giorni. Cagnacci è padre di una neolaureat­a in medicina alla quale ha passato idealmente il testimone.

Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli e segretario nazionale della Federazion­e medici di medicina generale, fa fatica a stare dietro alle notizie dei decessi di colleghi che arrivano da tutta Italia. «Abbiamo un gruppo whatsapp sul quale ci sono i presidenti di tutto gli ordini del Paese — racconta — ed è un elenco dolente quello che viene fuori in questi giorni sulla chat. Siamo esposti, in trincea, con poche difese. L’età media dei medici di famiglia è alta e questo ci rende più vulnerabil­i. In tanti scelgono di curarsi a casa, nonostante parametri al limite, per lasciare liberi i posti in ospedale a chi ne ha assolutame­nte bisogno. Io stesso ho seguito un collega. Perché curarsi a casa si può».

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Da sinistra in basso in senso orario: Cosimo Russo, ortopedico del Cardarelli; Daniele Cagnacci, medico di Famiglia e Antonio Amente, sindaco di Melito
Vittime Da sinistra in basso in senso orario: Cosimo Russo, ortopedico del Cardarelli; Daniele Cagnacci, medico di Famiglia e Antonio Amente, sindaco di Melito

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