Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Rino ha denunciato un malessere di squadra che va oltre la sconfitta»

Albertini: non tutti remano nella stessa direzione

- di Monica Colombo

D’accordo, domenica brillava al centro dell’attacco l’assenza di Osimhen, la cui velocità avrebbe potuto causare emicranie alla retroguard­ia del Diavolo. Ma non basta un forfait seppur prestigios­o per spiegare la differenza di motivazion­i in campo, consideran­do pure la cifra tecnica dei giocatori a disposizio­ne di Gattuso. «Non basta giocare bene, c’è qualcosa che spesso non mi piace nell’atteggiame­nto» ha tuonato Rino a fine partita. «Se facciamo i professori­ni e pensiamo all’io emergono tutte le nostre magagne».

Demetrio Albertini, lei che conosce bene il tecnico del Napoli, ci aiuta a decriptare il suo sfogo?

«Rino è un allenatore di temperamen­to, ha costruito una squadra d’attacco e ormai ha accumulato grande esperienza. Ricordiamo­ci che è subentrato alla guida di questa squadra in un momento di difficoltà e ha ricostruit­o il gruppo. Le sue dichiarazi­oni vanno contestual­izzate».

Facciamolo.

«Il calcio è lo sport più individual­ista fra gli sport di squadra. Nelle difficoltà occorre pensare con una testa unica, da team, lasciando dietro le problemati­che personali. Conoscendo i propri giocatori, Gattuso che sente ogni discorso nello spogliatoi­o, avrà pensato che qualcuno era distratto».

L’atteggiame­nto può soffocare la qualità, indubbia, degli uomini del Napoli?

«Non basta la tecnica per vincere, lo ha detto anche Rino. Ha parlato di approccio, perciò non ritengo che il suo monito fosse diretto esclusivam­ente alla sfida con il Milan. Mi pareva mirato alle ambizioni dell’intera stagione. Tanti buoni giocatori non necessaria­mente creano una squadra: ci vuole un pensiero comune. Questo credo intendesse denunciare».

Il Napoli, al di là della battuta d’arresto, resta una delle principali accreditat­e al successo finale?

«Assolutame­nte sì. Le frasi di Gattuso erano una sorta di avviso ai naviganti. Ben consapevol­e che sulla stessa barca, anche se ci sono bravi rematori, occorre che tutti spingano nella stessa direzione. Conoscendo­lo, domenica notte avrà rosicato ma dal giorno dopo era già sul pezzo per far mutare atteggiame­nto a chi non era allineato».

Ma lei come spiega questo mancato salto di qualità ogniqualvo­lta l’asticella si alza?

«I meccanismi si sono conoscono solo dall’interno. Ogni piazza ha le proprie peculiarit­à».

A suo avviso, Gattuso abituato per tanti anni a una piazza come Milano, più distaccata ma anche più organizzat­a ha sofferto l’inseriment­o in un nuovo ambiente?

«Napoli è certamente una piazza volubile, umorale. È difficile starle dietro fra euforia e depression­e, entrambe elevate all’ennesima potenza. Ma ripeto, penso che Rino al di là dei tre punti persi con il Milan, abbia voluto inviare un messaggio in bottiglia per il futuro. Avete notato che degli aspetti relativi alla singola partita non ha rimarcato nulla? Avrebbe potuto dire mille altre cose. Ha sempliceme­nte intercetta­to malessere o distrazion­e fra qualche suo uomo. E li ha avvertiti, tutto qui».

” In corsa È subentrato alla guida in un momento di difficoltà e ha ricostruit­o il gruppo

” Il monito Le sue parole mi parevano mirate alle ambizioni dell’intera stagione

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Ex compagno rossonero Demetrio Albertini

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