Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rosso, il colore che tutti ci meritiamo
Da giallo a rosso in 72 ore, ha obiettato De Luca reclamando a toni alti spiegazioni al ministro della Salute. Non ci è dato conoscere, a noi poveri cittadini mortali, i numeri che avrebbero repentinamente cambiato gli umori dell’ ineffabile algoritmo. Ci è consentito però provare a spostare lo sguardo dal teatro della politica al teatro del quotidiano, in quella dimensione dove i nostri stili di vita si manifestano apertamente in comportamenti collettivi.
E le nostre convinzioni inconsce si trasformano in agire di massa. In fin dei conti una città è fatta dei suoi abitanti, di relazioni, di rituali condivisi, di modi di viverla e di abitarla. Ed è proprio nelle emergenze che Napoli, come numerose altre città della nostra Italietta oltre la Campania, esprime il suo modo di essere più autentico. La città, colpita dalla profonda crisi scatenata dal virus, ha manifestato comportamenti virali e contraddittori: disciplinati e aperti al senso di solidarietà e di condivisione nei «due panari» del primo lockdown; strafottenti e anarcoidi in questa seconda
ondata.
Al Cotugno, al Cardarelli, all’Ospedale del mare c’è la disperazione, le lunghe file di auto con una bombola di ossigeno accanto agli sportelli, in attesa di poter accedere al pronto soccorso. Mentre il lungomare, luogo bandiera di un’ illusoria libertà restituita dal sindaco arancione ai napoletani, si affollava come in un’allegra sagra di paese.
È davanti a questo scenario, spalancato, sciorinato, e forse anche amplificato dal potere mediatico delle televisioni, che si è consumato, al di là di ogni ragionevole dato, il nostro destino colorato di rosso. Non ci è dato sapere quali tra i 21 parametri del mitico algoritmo abbiano cambiato verso. Ma probabilmente ne è bastato uno solo, il ventiduesimo, un meta-parametro che li supera tutti: quello del comportamento civile.
Un’ adunata senza pudore, un flash mob senza neppure bisogno della rete, ha portato un popolo di senza regole a riversarsi per le strade perché a Napoli
una bella giornata dell’estate di San Martino può mettere il virus da parte. «Non c’è Covid, non ci sono i Coviddi!». Nessuna compassione, nessuna considerazione per sé e per il prossimo, nessun senso di comunità.
Quei nonni e quei padri che nelle Quattro giornate hanno imbracciato il fucile ed eretto barricate, ci avevano consegnato la libertà di poter essere noi stessi e di autodeterminarci il futuro. Ben altra guerra hanno combattuto! Il virus dell’indifferenza ha finito invece per modificare geneticamente il seme della libertà, che è rispetto e cura dell’altro, trasformandolo in menefreghismo, esaltazione dell’ ego, in filosofia dell’ «ognuno è libero di fare come gli pare», affossando il senso della casa comune.
La guerra di resistenza contro la più insidiosa pandemia della storia è già persa. Il rosso è il colore che ci siamo meritati, ma è anche il colore di una passione che abbiamo perduto.