Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Vicenda Porto Cgil e Uil: Spirito va riconfermato La Cisl si spacca
Per i leader Schiavella e Sgambati «non sarebbe utile un ritorno al passato»
Per adesso — nella diatriba tra quanti premono per la riconferma di Pietro Spirito alla Port Authority e quanti, invece, ne invocano un allontanamento — a rimanere con le dita nella tagliola è la Cisl campana, presa in contropiede ieri l’altro da un suo segretario, Adolfo Langella (Fit Cisl), che sul nome di Spirito apponeva una croce nera (e netta). «Siamo — scriveva in una nota ufficiale e anche diramata alla stampa — passati dal porto delle nebbie al porto delle sabbie mobili: il presidente Spirito è a capo di tale scempio. L’epoca di Spirito passerà alla storia come il mandato del dolce rimandare. Questa Amministrazione doveva lasciare il segno dopo anni di commissariamento: l’ha lasciato, sì, ma sulla pelle dei lavoratori. Occorre una svolta a 360 gradi».
La Cisl regionale si affretta a far trapelare che la questione porto è seguita dal segretario Langella e tanto basta. Possibile però che possa essersi aperta una frattura in casa cislina perché ieri era atteso un comunicato congiunto di Cgil, Cisl e Uil di categoria a favore della riconferma di Pietro Spirito. Nota in effetti poi diramata ma senza più la firma della Cisl.
Prese di posizione
«La discussione di questi giorni intorno alla prossima nomina del presidente dell’Adsp del Mar Tirreno Centrale si riduce ancora una volta a distanza di anni ad uno sterile dibattito tra chi è a favore e tra chi è contro alla riconferma del presidente uscente. Ad alimentare questo coro adesso si è aggiunta anche la Fit Cisl Campania con un comunicato contraddittorio, nel quale, tra le altre cose, si confonde il Piano dell’organico del lavoro portuale con il collocamento della Gente di Mare mescolando sbadatamente le competenze dell’Adsp con quelle della Capitaneria di Porto», affermano i segretari generali della Filt Cgil e della Uiltrasporti, Amedeo D’Alessio ed Antonio Aiello. «Ridurre in questi termini la discussione — continuano — non solo è fuorviante ma distoglie l’attenzione da quella che è la vera questione di merito, ovvero il ruolo che la portualità campana deve assumere nel sistema-Paese in grado di riportarla al centro del Mediterraneo e dunque svilupparne tutta la sua capacità attrattiva. Mistificare i fatti, litigare sui nomi e giocare allo scarica barile non servirà a tutelare il lavoro portuale soprattutto in un contesto ancora arretrato in cui alcune imprese hanno come modus operandi lo schiacciamento dei diritti e della dignità dei lavoratori che il sindacato, invece, è chiamato a difendere in maniera unitaria. Il nostro sistema portuale — aggiungono i due sindacalisti — deve diventare più competitivo proprio con la salvaguardia dell’attuale complesso regolatorio, a partire dalla valorizzazione del fattore lavoro da rendere sempre più specializzato e qualificato. Occorre porre al centro della discussione la creazione e il mantenimento di lavoro sicuro in tutti e tre gli scali campani».
I confederali
Sindacati di categoria morbidissimi, quindi, con Spirito. Stesso atteggiamento dai leader Walter Schiavella (Cgil) e Giovanni Sgambati (Uil).«L’Autorità Portuale di Napoli, in questi ultimi anni, dopo il difficile periodo legato alla gestione commissariale, ha rilanciato il suo ruolo, anche attraverso l’apertura al confronto con tutte le realtà sociali e produttive della città — spiega Schiavella —. Un dialogo non sempre semplice ma che è comunque necessario mantenere se si intende davvero proseguire nell’azione di trasformazione del porto di Napoli. Non vogliamo ovviamente intervenire nelle dinamiche che caratterizzano questa fase di scelta sulla nuova governance, ma parimenti ci sembrano fuori luogo giudizi e attacchi dell’ultimo minuto che rischiano di cancellare anche quanto realizzato in questi anni». Per Giovanni Sgambati «è vero che non spetta a noi intervenire nella dialettica tra Regione e ministero delle Infrastrutture sulle scelte della governance dell’Autorità portuale, ma è anche vero che molti attacchi di questi giorni contro l’attuale dirigenza sembrano voler un ritorno al passato. Recuperare i ritardi generatisi con la gestione commissariale è stato complicato e difficile ma molte cose sono state superate e realizzate. Per queste ragioni, crediamo che l’ennesima discontinuità possa diventare inutile, se non dannosa. La Uil Campania valuta positivamente il lavoro svolto fino ad oggi dall’attuale dirigenza. Ci auguriamo vivamente che si dia continuità al percorso già intrapreso per la crescita del porto di Napoli con attenzione agli interessi generali».
Le imprese contro
Tre fa 26 imprese del porto di Napoli scrissero e firmarono una lettera a ministro De Micheli e Governatore De Luca chiedendo, in soldoni, una non riconferma di Spirito. Tra i ventisei c’era anche Grandi Navi Veloci che, tuttavia ieri scrive: «Gnv e la sua capogruppo dichiarano di non aver autorizzato la sottoscrizione della lettera in proprio nome e conto, non ritenendo opportuno né istituzionalmente corretto intervenire in materia di nomine pubbliche».