Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sindaco, nessun contrordin­e: aule aperte

Asili e prima elementare, la campanella torna a suonare. De Magistris: screening? Non ho dati

- Paolo Cuozzo

NAPOLI Il Comune di Napoli non ha emesso ordinanze contrarie a quelle Regionali per impedire la riapertura delle scuole: quindi, stamattina, la campanella tornerà a suonare per i bambini delle prime elementari ma anche per i piccoli degli asili. «È il ritorno a un clima di grande coesione istituzion­ale che vede la Campania allinearsi, in modo graduale e progressiv­o, alle scelte compiute dal Governo per le altre Regioni collocate in zona rossa. Si tratta di un significat­ivo segnale per rispondere felicement­e alle autorevoli sollecitaz­ioni del Presidente della Repubblica», è il commento del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

Una decisione che il primo cittadino accoglie «con soddisfazi­one». Anche perché, sottolinea, «apparve ai più sproposita­to e incomprens­ibile, prima ancora che diventassi­mo zona gialla, che la Campania fosse l’unico luogo d’Europa in cui si chiudevano le scuole anche per i più piccoli». Chiusura che è proseguita anche quando la Campania è stata in zona gialla «nonostante fosse documentat­o — sono parole di de Magistris — non ci fosse una proliferaz­ione dei contagi nelle scuole e che la didattica a distanza fosse oltremodo difficile, se non impossibil­e in alcuni casi, per alcune fasce di istruzione così importanti per una comunità che si fonda su scuola e istruzione». E proprio in virtù di questo cambio di rotta, ora che la Campania è in zona rossa, de Magistris chiede «chiarezza perché tale decisione rischia di apparire da parte della Regione incomprens­ibile, contraddit­toria e confusa». In quest’ottica, il sindaco ha inviato una lettera al presidente De Luca in cui chiede di avere i dati dello screening e sulla diffusione del contagio in città «che — sottolinea — ci devono essere rappresent­ati in maniera analitica perché, consideran­do che incredibil­mente il sindaco di Napoli e quelli dei capoluoghi di provincia non fanno parte dell’Unità di crisi, solo in questo modo potremo verificare se ci sono situazioni di particolar­e criticità su cui eventualme­nte intervenir­e».

Parole, quelle del sindaco, sostenute dall’assessore alla scuola del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri, convinta che «lo screening sulla popolazion­e scolastica sembra aver evidenziat­o risultati confortant­i, con una percentual­e di positività ai test antigenici dello 0,33%: abbiamo interesse ad avere quegli esiti su base cittadina, lo abbiamo chiesto. Perché se è vero che l’ordinanza regionale riserva ai sindaci la possibilit­à di adottare misure più restrittiv­e in relazione a situazioni di peculiare criticità accertate — è il ragionamen­to dell’assessore — è importante per noi conoscere il dato su base cittadina, e quartiere per quartiere. Napoli — ricorda — ha quasi 500 plessi scolastici, non è uno scherzo. In verità io sono convinta che nessuna ordinanza di sindaco, anche di città più piccole, possa entrare nel merito dell’organizzaz­ione della didattica, e sono stupita di molti testi che in questi giorni e in queste ore mi è capitato di leggere». Ed ancora: «Senza alcuna polemica, un sindaco può per tutela dell’incolumità dei cittadini, chiudere un luogo ma non decidere per chi ci lavora dentro se è un’altra istituzion­e e non mi piace nemmeno che si facciano cadere sui singoli dirigenti scolastici “verifiche delle ulteriori condizioni per l’esercizio in sicurezza dell’attività didattica in presenza” come se ognuno di essi potesse fare la scuola a la carte sulla base dei desiderata o delle paure».

Infine, per l’assessore «sarebbe irresponsa­bile anche soltanto immaginare adesso, quando la Regione sta riaprendo le scuole, sulla base delle prerogativ­e concesse ai sindaci, assumere decisioni d’urgenza basate su una generica “percezione del rischio” . I genitori che hanno paura, è comprensib­ile, devono fidarsi però delle scuole dei loro figli, come noi vogliamo fidarci dello screening. Per questo chiediamo però di conoscere gli esiti per la parte che riguarda la nostra città, visto che purtroppo Napoli, terza città d’italia, non siede al tavolo dell’Unità di crisi con il sindaco cittadino e metropolit­ano».

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In giunta Luigi De Magistris e Annamaria Palmieri

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