Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cure domiciliari Il gruppo di esperti risponde su Fb
Tra la medicina di base che sconta ritardi e carenze e il ricorso all’ospedalizzazione «facile», che ha provocato l’intasamento dei pronto soccorso, c’è una terza «via», nella lotta al coronavirus, che, partita da Napoli, si è ormai diffusa in tutt’Italia. È quella di un gruppo di cittadini e medici, guidati dall’avvocato Erich Grimaldi ( foto), che si è mobilitato su Facebook per chiedere la terapia domiciliare tempestiva del covid-19 in ogni regione. Quasi 34 mila gli iscritti a #terapiadomiciliarecovid19, dove chi ha febbre e sintomi del contagio e ha bisogno della consulenza di un medico viene subito contattato ed aiutato gratuitamente. I casi si susseguono uno dietro l’altro. Ormai sono centinaia. E anche i ringraziamenti: «Consentitemi di ringraziare la dottoressa Tiziana Vitagliano che incarna la professione medica, intesa come missione, unita alla magnanimità partenopeascrive Fioravante Alfano grazie a lei mia madre, 81 anni, ha superato il covid. Porto questa mia testimonianza per rassicurare i positivi: le cure ci sono, è possibile trattare i pazienti a domicilio. Sono necessari medici che abbiano il coraggio delle proprie scelte e tempestività nell‘intervento». «Sono stata la prima spiega Vitaliano, specializzanda in chirurgia plastica - a capire e far capire che esistono terapie domiciliari precoci in modo da non arrivare ad affollare gli ospedali studiando e poi raccontando su fb la storia del contagio di mia madre curata con l’idrossiclorochina. Ora seguo i malati quando misurano la saturazione e con le videochiamate spiego anche come agganciare la bombola dell’ossigeno». «Abbiamo fatto noi ciò che avrebbe dovuto fare lo Stato - conclude l’avvocato Grimaldi, presidente anche del Comitato per il diritto alla cura tempestiva domiciliare nell’epidemia di covid-19 -favorire il confronto sulle terapie tra medici di varie regioni. Ora però i governatori diano spiegazioni sui soldi avuti dal Governo, sul numero delle Usca e i ritardi sui tamponi».