Corriere del Mezzogiorno (Campania)
LE CERTEZZE NON SONO MAI ASSOLUTE
Già in condizioni normali diffido dei dispenser di certezze. Credo che il dubbio, insieme alla curiosità ed alla passione, sia il motore più potente per accelerare l’evoluzione, in tutti i campi. Nel mio in particolare, quello medico. La settimana scorsa, ad esempio, un noto microbiologo ha espresso qualche dubbio sul sottoporsi, ovviamente parlando a titolo personale, al vaccino anti-Covid di una nota casa farmaceutica. Ci può stare, tutti i medici con i quali mi sono confrontato hanno espresso perplessità. Legate soprattutto al ridottissimo periodo avuto per la sperimentazione. Io lo farò, ma capisco tutte le posizioni. Meno quelle di un collega che, ricoprendo un ruolo istituzionale, ha stigmatizzato con durezza le dichiarazioni di Crisanti. Affermando le sue certezze assolute, che non so immaginare da cosa derivino. Visto che di questa emergenza pandemica i fondamenti sui quali basarsi sono sempre gli stessi: le mascherine, le mani, il distanziamento. Il tutto a colori, neanche tanti, a dire il vero. Consiglierei a tutti di coltivare il dubbio, mai come adesso le certezze appartengono agli stolti. E far precedere ogni dichiarazione, ogni giudizio, da un «tenendo conto che .... », per contestualizzare il tutto al momento storico, dal quale non si può prescindere. Anche e soprattutto parlando di sport, di calcio in particolare. Un sistema instabile per definizione, 22 uomini che rincorrono una palla su un terreno di gioco anch’esso variabile, soggetto a fattori esterni, tipo la pioggia o la manutenzione. Quattro giudici e una Var che, tranne in pochi casi, si veste coerentemente di incertezze applicative. Se ci aggiungiamo il Covid e gli impegni delle nazionali, le variabili aumentano in maniera esponenziale. Ecco perché quando leggo o ascolto le critiche al Napoli per la sconfitta con il Milan, mi sento di consigliare prudenza, e mai certezze. Lo svolgimento della partita lo impone: un Milan sicuramente forte, imbattuto da 20 partite, contro il quale si poteva nonostante tutto anche pareggiare. Ma come non considerare il peso avuto dalle partite infrasettimanali? Fabian, grande contro la Germania, Lorenzo migliore in campo contro la Polonia, possono aver avuto un calo di forma? Si, se si gioca ogni tre giorni. Di Lorenzo, Mertens, Mario Rui, Meret e Manolas hanno certamente reso di meno, ma ci può stare. Non si può essere considerati alternativamente campioni o brocchi ogni 72 ore, è ingiusto, oltre che sbagliato. Per non parlare delle critiche a Gattuso, grande uomo di calcio, che come ogni allenatore sa di dipendere dallo stato di forma o di concentrazione dei suoi. 4-2-3-1 4-3-3 4-4-2: numeri astratti se non rapportati al terreno di gioco. Bisogna criticare, liberando il termine da una accezione negativa. Ma sapendo di esprimere un parere, più o meno autorevole, non certezze. Quelle lasciamole a chi crede di essere il depositario delle verità, non li invidio, certamente non appartengono al mondo del calcio. Godiamoci questo campionato anomalo, arrabbiamoci e gioiamo, giudichiamo tutti, ma prima noi stessi,«tenendo conto che...».