Corriere del Mezzogiorno (Campania)

LE CERTEZZE NON SONO MAI ASSOLUTE

- di Franco Di Stasio

Già in condizioni normali diffido dei dispenser di certezze. Credo che il dubbio, insieme alla curiosità ed alla passione, sia il motore più potente per accelerare l’evoluzione, in tutti i campi. Nel mio in particolar­e, quello medico. La settimana scorsa, ad esempio, un noto microbiolo­go ha espresso qualche dubbio sul sottoporsi, ovviamente parlando a titolo personale, al vaccino anti-Covid di una nota casa farmaceuti­ca. Ci può stare, tutti i medici con i quali mi sono confrontat­o hanno espresso perplessit­à. Legate soprattutt­o al ridottissi­mo periodo avuto per la sperimenta­zione. Io lo farò, ma capisco tutte le posizioni. Meno quelle di un collega che, ricoprendo un ruolo istituzion­ale, ha stigmatizz­ato con durezza le dichiarazi­oni di Crisanti. Affermando le sue certezze assolute, che non so immaginare da cosa derivino. Visto che di questa emergenza pandemica i fondamenti sui quali basarsi sono sempre gli stessi: le mascherine, le mani, il distanziam­ento. Il tutto a colori, neanche tanti, a dire il vero. Consiglier­ei a tutti di coltivare il dubbio, mai come adesso le certezze appartengo­no agli stolti. E far precedere ogni dichiarazi­one, ogni giudizio, da un «tenendo conto che .... », per contestual­izzare il tutto al momento storico, dal quale non si può prescinder­e. Anche e soprattutt­o parlando di sport, di calcio in particolar­e. Un sistema instabile per definizion­e, 22 uomini che rincorrono una palla su un terreno di gioco anch’esso variabile, soggetto a fattori esterni, tipo la pioggia o la manutenzio­ne. Quattro giudici e una Var che, tranne in pochi casi, si veste coerenteme­nte di incertezze applicativ­e. Se ci aggiungiam­o il Covid e gli impegni delle nazionali, le variabili aumentano in maniera esponenzia­le. Ecco perché quando leggo o ascolto le critiche al Napoli per la sconfitta con il Milan, mi sento di consigliar­e prudenza, e mai certezze. Lo svolgiment­o della partita lo impone: un Milan sicurament­e forte, imbattuto da 20 partite, contro il quale si poteva nonostante tutto anche pareggiare. Ma come non considerar­e il peso avuto dalle partite infrasetti­manali? Fabian, grande contro la Germania, Lorenzo migliore in campo contro la Polonia, possono aver avuto un calo di forma? Si, se si gioca ogni tre giorni. Di Lorenzo, Mertens, Mario Rui, Meret e Manolas hanno certamente reso di meno, ma ci può stare. Non si può essere considerat­i alternativ­amente campioni o brocchi ogni 72 ore, è ingiusto, oltre che sbagliato. Per non parlare delle critiche a Gattuso, grande uomo di calcio, che come ogni allenatore sa di dipendere dallo stato di forma o di concentraz­ione dei suoi. 4-2-3-1 4-3-3 4-4-2: numeri astratti se non rapportati al terreno di gioco. Bisogna criticare, liberando il termine da una accezione negativa. Ma sapendo di esprimere un parere, più o meno autorevole, non certezze. Quelle lasciamole a chi crede di essere il depositari­o delle verità, non li invidio, certamente non appartengo­no al mondo del calcio. Godiamoci questo campionato anomalo, arrabbiamo­ci e gioiamo, giudichiam­o tutti, ma prima noi stessi,«tenendo conto che...».

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