Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Avrei voluto dirti ancora quanto ti voglio bene»

Lumini votivi ai Quartieri Spagnoli davanti al grande murale Mentre a Fuorigrott­a luci accese per tutta la notte nel suo tempio

- Di Anna Paola Merone

Difficile dire addio a Diego, avrei voluto dirgli ancora quanto gli voglio bene. E voglio ricordarlo nella sera della festa del secondo scudetto. Su una nave, ai piedi di Castel dell’Ovo, felice». A parlare, commosso, è Corrado Ferlaino.

NAPOLI «Gli volevo bene, gli voglio bene. E avrei voluto dirglielo una volta ancora: ti voglio bene Diego» Ha la voce rotta dal pianto Corrado Ferlaino. E fa una gran fatica a rimettere ordine fra i ricordi, le emozioni, a far scorrere nella mente i fotogrammi della storia di un grande campione che lungamente si è intrecciat­a con quella del Napoli e con la sua. Nel 1984, da presidente del Napoli, portò il Pibe de Oro in città e al San Paolo. Pagò 13 miliardi delle vecchie lire al Barcellona e regalò ai napoletani un fuoriclass­e assoluto che mantenne le promesse alla città, vincendo due scudetti. Oggi Ferlaino non prova neanche a ricacciare indietro le lacrime e lascia fluire il racconto di anni indimentic­abili e bellissimi quando Maradona

era il re di una città che lo aveva elevato al rango di divinità, non solo pagana.

Qual è la prima cosa che le è tornata in mente quando ha saputo della scomparsa di Maradona?

«Più che altro ho provato un dispiacere grande, grandissim­o. Diego è stato male parecchie volte, ma ha sempre superato le crisi. E la notizia della sua scomparsa è arrivata improvvisa­mente. I giornali dicevano che stava meglio dopo l’intervento e non mi aspettavo novità così terribili».

Quando ripensa a quegli anni cosa prova? Emozioni, nostalgia?

«É molto difficile dirlo. Sono stati anni straordina­ri e unici. Non è certamente una sola la cosa che mi è tornata in mente. Sono tantissimi i ricordi che mi hanno assalito e infinite emozioni per momenti di gioia che mi fanno battere il cuore oggi come allora. Maradona fa parte della mia vita di sportivo, di presidente del Napoli, così come fa parte della vita di tutti i tifosi del Napoli che in queste ore gli stanno rendendo omaggio in molti modi diversi. Ed è proprio per questo motivo che il primo cittadino di Napoli deve fare un passo deciso per rendere omaggio ad un grande campione, il più grande, e dare lustro alla sua memoria».

Lei cosa chiede al sindaco de Magistris?

«Spero vivamente che intesti a Diego Armando Maradona lo stadio San Paolo. Ho difficoltà finanche a parlare, ma ho voluto dirla questa cosa, perché credo sia importante e dovuta».

Quando ha sentito Diego l’ultima volta?

«L’ultima volta l’ho sentito tre mesi fa. Ci telefonava­mo spesso, anche se non spessissim­o. Quando per qualche motivo passava da Napoli mi veniva a trovare sempre a casa mia, parlavamo molto. Era rimasto particolar­mente legato a me e ai dirigenti del Napoli. Avevano un rapporto intenso e autentico. Sono stato anche da lui in Argentina quando è stato male. Avevo voglia di andarlo a trovare».

Il ricordo più bello fra i moltissimi che ha condiviso con lui?

«La cosa più bella è legata al secondo scudetto, che vincemmo nel 1990. Festeggiam­mo su una nave — eravamo solo i dirigenti, i direttori sportivi e i giocatori del Napoli con le nostre famiglie — che era ferma sotto Castel dell’Ovo. Di lì ci godemmo i fuochi d’artificio e bevemmo un mare di champagne, ballammo fino a notte fonda. Eravamo davvero molto felici. Fu una festa bellissima per una vittoria indimentic­abile. Ed è a questo ricordo che mi aggrappo in queste ore. Mi piace ricordare Maradona così, allegro che festeggia insieme a tutti noi. Per me questa è una delle pagine belle della sua storia».

Un dio pagano, un eroe protagonis­ta di storie dai profili diversi. Cosa è stato Maradona per Napoli?

«Lui è stato molto per Napoli e per il Napoli, dove è arrivato certo di trovare una città da vivere come propria. É stato un fuoriclass­e, un genio, e ai geni non si può chiedere di essere uomini comuni. Maradona non era un uomo comune, perché non era un giocatore comune. Aveva grandi responsabi­lità e forse non è riuscito a portarle avanti, le ha subite. A Napoli ha dato due scudetti: non so se il Napoli vincerà ancora scudetti, ma per ora gli unici due li ha vinti negli anni di Maradona».

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 ??  ?? Brindisi Maradona e Ferlaino alla festa per il secondo scudetto. Tra i due i rapporti non sono mai stati idilliaci
Brindisi Maradona e Ferlaino alla festa per il secondo scudetto. Tra i due i rapporti non sono mai stati idilliaci

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