Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ha restituito l’orgoglio a un popolo intero

- Di Nicola Saldutti

Ci sono campioni che vincono sempre. E campioni che cadono, si rialzano, cadono ancora. E si rialzano. E ricadono.Sono quelli più complicati da raccontare. Forse impossibil­i da capire.

Il sorriso di Maradona che arriva con l’elicottero in uno stadio San Paolo pieno. Il volto gonfio. L’acrobazia contro l’Inghilterr­a. L’amicizia con Fidel Castro. E una città, Napoli, alla quale ha restituito un orgoglio. In quegli anni Ottanta i ragazzi di Fuorigrott­a che non potevano permetters­i di comprare il biglietto dello stadio, riconoscev­ano le sue gesta dall’intensità delle voci che arrivavano dalla Curva B.

Quando Ferlaino si impegnò personalme­nte per l’acquisto dal Barcellona forse neppure si poteva immaginare che cosa avrebbe cambiato non solo nel calcio, ma nell’idea stessa della città. Il film di Emir Kustirica è molto di più di un documentar­io, è un viaggio al fianco di un uomo pieno di errori e di magia. Come quella dei suoi palleggi. Dei suoi gol da metà campo, delle sue punizioni perfette, del suo mettersi di lato per lasciar cantare i suoi compagni di squadra. Ecco perché Napoli ha sempre cantato «Maradona è megl’ e Pelè».

Non tanto per le coppe del mondo vinte, ma perché in quello sguardo di scugnizzo d’Argentina che sognava di vincere la Coppa del Mondo, c’è tutta la complessit­à della vita. E che poi ci è riuscito davvero, c’è la storia tutti quelli che continuano a sognare. E a pensare che un giorno, ce la possono fare. Questo è il regalo che Maradona ha fatto a Napoli. E non solo a lei.

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