Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tornano asili e prime elementari Ma vince la prudenza dei genitori
Molti hanno preferito trattenere i piccoli in casa per timore di contagi I capi d’istituto: abbiamo fatto di tutto per spiegare che c’è sicurezza
La campanella non è suonata per tutti ieri nel giorno della riapertura degli asili e delle prime elementari indicato da una ordinanza regionale, perché molti genitori hanno tenuto i figli a casa. Terrorizzati dal rischio contagio e per nulla tranquillizzati dai dati parziali dello screening sulla popolazione scolastica – bimbi fino a sei anni, genitori e docenti – avviato dalla Regione e dal quale sono emerse cifre rassicuranti.
Su un campione di 10.590 test antigenici in Campania sono emersi 35 casi di positività al Coronavirus, pari allo 0,33%. Nell’istituto comprensivo statale Ristori hanno varcato la soglia una trentina di bambini su ottanta iscritti alla prima elementare. Tra i piccoli della scuola dell’infanzia sono entrati solo due bimbi. «Alcuni genitori — racconta la dirigente Stefania Cappiello — già dopo la pubblicazione della ordinanza regionale che apriva parzialmente le scuole mi avevano anticipato che non avrebbero mandato i figli in classe. Ho spiegato loro che a scuola seguiamo tutte le norme di sicurezza, che i bimbi indossano sempre la mascherina, che apriamo spesso le finestre e che disponiamo di banchi monoposto distanziati gli uni dagli altri. Ho provato a farli riflettere sul fatto che se i genitori escono per andare a lavorare rappresentano un pericolo per i bimbi più elevato rispetto a quello dei compagni di classe, perché a casa non credo si stia con le mascherine, a scuola sì». Non è bastato, almeno ieri. «Mi stanno arrivando – prosegue Cappiello – richieste di attivare la didattica a distanza. Non è possibile. Mancano i dispositivi tecnologici e poi una maestra in classe non può seguire contemporaneamente i bimbi in presenza e quelli a casa». C’è perfino qualche mamma e papà che starebbe ipotizzando di sostituire la frequenza scolastica con l’educazione parentale. Funziona così: la famiglia provvede da sé o chiede ad un maestro di seguire il bimbo a casa, previa autorizzazione della scuola. A fine anno, poi, il bambino sostiene un esame nella scuola che lo ha autorizzato e passa alla classe successiva. «Io però – conclude la dirigente – ho visto la felicità nei bimbi che hanno ritrovato i compagni». Rientro in classe per pochi anche alla Nicolini – Di Giacomo. «Tra asilo e prime elementari – riferisce la dirigente Iolanda Manco - abbiamo 160 iscritti. Sono venuti a scuola una decina di bambini. Credo che gradualmente, mano a mano che all’apertura delle prime e degli asili seguirà quella del resto delle elementari e della prima media, paure e preoccupazioni – beninteso comprensibili – lascino il posto alla fiducia».
Primo giorno di scuola con molte defezioni anche nelle scuole del plesso Quarati – Morelli – Belvedere. Il consiglio di istituto aveva deliberato lunedì di posticipare per le prime elementari l’apertura al 30 novembre, sulla base di un sondaggio tra i genitori a conclusione del quale erano prevalsi i contrari alla riapertura. Martedì la preside Esposito ha poi diramato una nuova nota, nella quale comunicava che le tre scuole avrebbero aperto il 25. Ieri circa la metà dei bimbi non sono entrati.