Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Mortalità in crescita da Napoli a Caserta La curva del contagio però si raffredda
Lo studio dell’Unità di crisi sul Covid: molto alta tra Napoli Nord e l’Agro Aversano l’incidenza dei decessi rispetto agli ammalati
NAPOLI Se la curva dei contagi sembra adagiarsi su livelli di stabilità incoraggianti, quella dei decessi, invece, tende ad impennarsi un po’ ovunque, con particolare allarme nell’ambito del territorio di appartenenza della Asl Napoli 2 Nord, vale a dire nella parte più accalcata e settentrionale dell’area metropolitana (passando dal 2,3 su 100 mila abitanti di marzo scorso ai 21,7 di oggi: 32,2 in totale). Segue per incremento di mortalità il territorio della Asl Napoli 1 centro, vale a dire l’azienda sanitaria di Napoli città, che passa dal 5,0 decessi ogni 100 mila abitanti agli attuali 16,3 (44,6 in totale). E poi Caserta, dove nella Asl provinciale si registra una impennata sensibile dall’inizio della pandemia: si passa, infatti, dal 2,2 ogni 100 mila abitanti di marzo al 14,6 di oggi (26,8 in totale). Ma anche a Benevento il salto è preoccupante: dall’1,5 agli attuali 15 ogni 100 mila (24,8 in totale). Forbice meno ampia ad Avellino, dove si è passati da un indice già elevato, del 7 per 100 mila abitanti, a marzo scorso, al 9,9 di novembre (28,7 in totale). Più contenuto, infine, l’aumento di mortalità a Salerno e nella provincia, dato che si è passati dal 2,7 al 6,9 ogni 100 mila abitanti (16 in totale).
I dati dell’Unità di crisi regionale ci dicono che sebbene la Campania presenti una soglia di decessi al di sotto della media nazionale — dato di cui va fiero il presidente della Regione Vincenzo De Luca, sfidando persino un eccessivo compiacimento comparativo quando esibisce i suoi calcoli rispetto a quelli di altre regioni del Nord — restano aree nelle quali la mortalità e soprattutto la letalità, vale a dire il tasso di incidenza dei decessi rispetto al numero di ammalati Covid, raggiungono picchi davvero allarmanti, come — racconta il direttore scientifico di Anci Campania e responsabile dello Sportello Salute, Antonio Salvatore — la zona a Nord di Napoli e l’area aversana della provincia di Caserta .
Intanto, la curva dei contagi, in Campania, continua a raffreddarsi. La percentuale positivi-tamponi esaminati oggi è pari al 12,1% (ieri era 12,8%) e si registra anche un alto numero di persone guaridecessi, te: 3471 contro i 2344 di ieri. Ci sono 192 pazienti ricoverati in terapia intensiva, 9 meno di ieri, su 656 posti letto disponibili. Il tasso di occupazione è in calo ed è pari al 29%. I ricoverati in degenza sono 2282 su 3160 posti disponibili. I nuovi casi di Covid registrati sono 2815, 434 i sintomatici e 2391 gli asintomatici, su 23 mila 130 tamponi effettuati. I avvenuti tra il 7 e il 24 novembre ma registrati ieri, sono 47. Il totale dei positivi in Campania ammonta così a 143 mila 010 su 1 milione 484 mila 741 tamponi effettuati dall’inizio dell’emergenza. I deceduti sono 1434, 39 mila 428 il totale dei guariti.
Intanto, nel Casertano,una delle aree maggiormente monitorate, sono quasi 2 mila i
guariti: per la prima volta sopravanzano i nuovi contagiati. Precisamente sono 1991 a fronte di 657 nuovi positivi, con un rapporto del 17,7%. I tamponi processati sono stati 3669; il saldo totale delle persone attualmente positive è dunque calato rispetto a ieri di 1343 unità, scendendo sotto quota 16 mila (15 mila 446). Un dato incoraggiante per il sistema ospedaliero, in grande difficoltà, ma anche per l’assistenza sanitaria domiciliare, che sconta gravi ritardi e inefficienze. Sale ancora però il conto delle vittime, con nove decessi, per un totale da inizio pandemia di 260 persone scomparse.
Ma le lamentele non mancano a causa delle disfunzioni e dei disagi. La carenza di personale ospedaliero medico e più in particolare infermieristico del reparto Covid-19 di Polla, il potenziamento del personale Usca per l’assistenza domiciliare sul territorio e l’ autorizzazione a svolgere l’attività ambulatoriale in concomitanza a quella di cura dei pazienti Covid-19. Sono alcuni degli argomenti contenuti in un documento condiviso dai 19 sindaci del Vallo di Diano, in provincia di Salerno, ed inviato al presidente della Regione ed ai vertici dell’ASL Salerno. Mentre un focolaio di Covid 19 è scoppiato nella casa di riposo per anziani «Monsignor Umberto Altomare» di Teggiano, nel Cilento. Positive sono risultate 9 persone, 5 ospiti e 4 dipendenti.