Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Scarpetta-Suite, il laboratorio di Saponaro al Sannazaro
Nel teatro di Chiaia a confronto 19 attori, fra emergenti ed emersi come Vincenzo Nemolato, Ingrid Sansone e il pronipote Eduardo
«Credo che Scarpetta sia un po’ il nostro Cechov, una convinzione che è cresciuta col tempo, lavorandoci dal 2008 attraverso vari passaggi, di cui questo laboratorio al Sannazaro rappresenta l’avvicinamento al centenario della morte del 2025».
Il regista Francesco Saponaro introduce così il discorso sul suo «Scarpetta-Suite», il progetto partito nella sezione «Sartoria» del teatro di Luisa Conte, che ha messo a confronto 19 attori, fra giovani e altri già affermati: Iris Basilicata, Angelica Bifano, Giuseppe Brunetti, Giorgia Coco, Carlo Di Maio, Christian Giroso, Daniela Ioia, Ianua Coeli Linhart, Ivana Maione, Biagio Musella, Vincenzo Nemolato, Pasquale Palma, Giorgio Pinto, Lucienne Perreca, Federica Sandrini, Ingrid Sansone, Eduardo Scarpetta, Edoardo Sorgente.
Un percorso sulla teatrologia dell’autore del «Qui rido io», frase che lo stesso Scarpetta fece scrivere sulla facciata della sua villa in via Luisa Sanfelice, icona scelta da Mario
Martone come titolo per il suo imminente film sul padre della moderna comicità napoletana.
«Un ulteriore segno – conferma Saponaro - della riscoperta di questo grande personaggio che, ispirandosi alle pochade francesi, ha aperto le porte al teatro napoletano del ‘900, a partire dai figli naturali Eduardo e Peppino, passando poi per Totò e giungendo infine a Troisi. Un patrimonio immenso che era giusto condividere e rivitalizzare con attori del tempo presente, fra cui anche il pronipote Eduardo Scarpetta jr., entusiasta di lavorare sul patrimonio di famiglia attraverso nuove modalità di scrittura scenica». Un modo per sottrarre questo commediografo al cliché di autore dialettale, bozzettistico, imitativo e in fondo periferico. Ho colto le sue qualità notando le analogie comiche con il Cechov de “L’Orso” e “Una domanda di matrimonio”, e poi allestendo “’A causa mia”, sulla sua disputa legale con D’Annunzio a proposito della parodia di “La figlia di Jorio”, e ancora dopo portandolo dentro regie successive come la “Boheme”. Senza considerare l’esperienza alla Fenice di Venezia di un adattamento lirico scritto da Giorgio Battistelli sul plot de “Il medico dei pazzi”, mai giunto a Napoli, dove mi piacerebbe portarlo in un progetto più complessivo sulla figura di Scarpetta». Saponaro conclude pensando al futuro: «Proprio da questa fase, trainata soprattutto da Eduardo Scarpetta jr., Edoardo Sorgente e Vincenzo Nemolato, dovrebbero uscire gli spettacoli per il centenario: con le messe in scena dei testi più metateatrali come “’Na Santarella”, “’O scarfalietto” o “’O miedeco de’ pazzi”, su cui è nato questo stage, oppure con un assemblaggio che li contenga tutti e tre, con una forte attualizzazione, soprattutto linguistica».