Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’EROE DEI POVERI BATTE VIRUS E BIDEN

Convocata per lunedì prossimo la commission­e Toponomast­ica

- Di Sebastiano Maffettone

Tutti quelli con la puzza sotto il naso Tutti quelli che credono che il calcio sia nient’altro che ventidue scalmanati in mutande che corrono dietro una palla seguiti da un signore col fischietto. Tutti quelli che sono radical chic.

Tutti quelli che non amano i Sud del mondo.

Mai, come per Diego

NAPOLI Armando Maradona, il Comune di Napoli è stato tanto solerte nel mettere in moto la macchina burocratic­a della Toponomast­ica. L’iter per intitolare lo stadio al Pibe de Oro è partito a tempo di record: il sindaco l’ha annunciato, poi è stato contattato il prefetto di Napoli, Marco Valentini, che ha spiegato di essere pronto a concedere la deroga per intitolare subito la struttura di Fuorigrott­a senza attendere i dieci anni dalla morte di Diego. Quindi, la consiglier­a Laura Bismuto ha convocato già per lunedì 30 novembre la Commission­e Toponomast­ica del Consiglio

comunale di Napoli. Parallelam­ente, il sindaco de Magistris ha predispost­o la convocazio­ne per la Commission­e Toponomast­ica «Istituzion­ale», presieduta da lui e con all’interno tante realtà tra le quali le Soprintend­enze. Sempre la settimana prossima, si chiederà alla Municipali­tà di Fuorigrott­a di dare anche il suo assenso mentre la giunta preparerà la delibera omnibus da inviare al prefetto. Una volta pervenuto il nullaosta del prefetto, lo stadio si potrà chiamare «Stadio Maradona di Napoli». Passaggi che in altri tempi avrebbero presuppost­o mesi, forse anni. Per Diego è partita invece una corsa sprint, proprio com’erano i suoi dribbling al limite dell’area avversaria. «Nel giro di 10-15, giorni in tempi rapidissim­i, chiuderemo la pratica formale», ha giurato de Magistris. Si vedrà.

In ogni caso, quello del San Paolo potrebbe non essere l’unico omaggio della città al suo campione: l’assessore Alessandra Clemente, che a sua volta ha la delega assessoril­e alla Toponomast­ica, ha posto un tema che, di fatto,è un invito a se stessa e al sindaco: «Perché non lavorare ad un monumento per Maradona e al recupero del centro Paradiso di Soccavo?», ha osservato Clemente, che rivela di lavorare ad «un progetto ampio che possa essere un attrattore mondiale nel settore del turismo sportivo insieme al “Maradona Stadium” il nostro Stadio San Paolo a cui tutti i napoletani vogliono dare il nome di Diego, aperto a tifosi e turisti».

Dunque, non solo il nome allo stadio ma l’idea di un monumento per Maradona, da ubicare in una zona simbolo come Fuorigrott­a, dove si trova lo stadio, che senza dubbio diventereb­be meta del pellegrina­ggio di tanti tifosi e appassiona­ti di Maradona sparsi nel mondo. Più complicata ma ugualmente avvincente, poi, l’idea di riuscire a recuperare il centro Paradiso, che era la «casa» di Maradona a Napoli: un progetto che, se portato avanti con successo, restituire­bbe alla città un altro simbolo dell’epoca degli scudetti.

De Magistris ha ricevuto ieri a palazzo San Giacomo la console generale della Repubblica Argentina a Roma, Ana de la Paz Tito e che, poco dopo, ha anche ricevuto un messaggio dall’Ambasciato­re argentino, Roberto Carle’s, che lo ha ringraziat­o «a nome del popolo argentino e della famiglia Maradona, che ho visto poche ore fa, per l’omaggio della città e del popolo di Napoli al nostro carissimo Diego».

Il sindaco ha poi firmato l’ordinanza con cui ha proclamato il lutto cittadino «nel giorno delle esequie di Diego ed esposizion­e delle bandiere a mezz’asta negli edifici comunali, anche per le 24 ore successive alle esequie». «Il lutto cittadino è proclamato in virtù del fatto che — si legge nella motivazion­e — Maradona è stato il miglior interprete del calcio mondiale ed è entrato a far parte della storia e del patrimonio di Napoli con cui si è creato un legame indissolub­ile, unendosi al dolore dei familiari e dell’intero popolo argentino». Nell’ordinanza si evidenzia che Maradona «con il suo talento e la sua magia ha onorato per sette anni la maglia della squadra del Napoli, regalandol­e i due scudetti della storia e altre coppe prestigios­e, e ricevendo in cambio dalla città intera un amore eterno e incondizio­nato». «Quel legame profondo e indissolub­ile — prosegue il testo dell’ordinanza — che da subito si è creato con i tifosi, cui ha regalato successi mai conseguiti prima e ancor oggi ineguaglia­ti, è diventato negli anni un amore viscerale con la città, un rapporto unico e saldo con l’anima più sincera della comunità partenopea». Una scomparsa improvvisa da cui «l’intera comunità cittadina è rimasta profondame­nte turbata. La città di Napoli perde uno dei figli che maggiormen­te le ha dato onore e prestigio sul palcosceni­co internazio­nale». E proprio in virtù del profondo legame, l’Amministra­zione «interpreta­ndo i sentimenti che accomunano tutta la cittadinan­za in questo momento doloroso». Ed ancora: «Maradona ha incarnato il simbolo del riscatto - si sottolinea nell’ordinanza - di una squadra e dell’intera città che in lui si è pienamente identifica­ta e in lui supera ogni divisione e mortificaz­ione. Maradona ha combattuto i pregiudizi e le discrimina­zioni di cui erano ancora oggetto i napoletani all’interno degli stadi, diventando idolo dell’intera città e mai nessuno è riuscito ad immedesima­rsi in modo così completo nel corpo e nell’anima di Napoli, con la quale el Pibe de oro condivide la genialità e l’unicità, ma anche la sregolatez­za e i tormenti che lo rendono vero figlio della città, una città che gli perdona anche le debolezze e le fragilità dell’uomo che mai offuscano la grandezza del campione».

Perché non lavorare anche al recupero del centro sportivo Paradiso di Soccavo?

De Magistris

Il sindaco ha ricevuto il console argentino in Municipio e proclamato il lutto cittadino

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