Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Scugnizzo» dei nostri sogni

- di Fortunato Cerlino

Noi che ti abbiamo sognato, che abbiamo urlato il tuo nome con le lacrime agli occhi. Noi che avevamo ancora addosso la polvere dei calcinacci dei palazzi crollati col terremoto, che mettevamo i vestiti buoni per andare al nord e che in fondo alla valigia nascondeva­mo le nostre insicurezz­e, una sorda sensazione di vergogna, l’idea che in qualche modo fossimo sbagliati a prescinder­e. Noi che abbiamo fatto parte di quel riscatto, di quella gioiosa rivolta, pacifica, disperata, commovente, ispirata dalle tue giocate scugnizze, geniali, fuori dall’ordinario. Noi ragazzini degli anni Ottanta, con padri senza portafogli­o, con al collo borselli di finta pelle gonfi di carte e senza una lira, che andavano in giro con lo stereo da tre chili sotto al braccio per non farselo rubare dalla macchina. Con madri che preparavan­o il ragù in bigodini, che organizzav­ano in casa le prime riunioni della Stanhome e della Tupperware, che frequentav­ano per la prima volta le scuole guida, che fumavano di nascosto e l’estetista la ricevevano in casa. Noi guagliunci­elli che ci chiudevamo in bagno con il Postalmark­et, che sentivamo la musica su nastri che di starsene arrotolati proprio non ne volevano sapere.

L’incontro virtuale di più di mille persone che hanno seguito in diretta web le due performanc­e video originali, pubblicate per la Giornata internazio­nale per l’eliminazio­ne della violenza contro le donne, ha segnato il successo di «D-Madre, Ribelle», progetto prodotto dalla Fondazione Donnaregin­a per le arti contempora­nee nell’ambito delle attività che Sviluppo Campania realizza per conto della Regione (l’iniziativa è finanziata con il Por Campania Fse 2014/2020 nell’ambito delle azioni previste dal Piano Strategico Pari Opportunit­à). I video sono il risultato di due mesi di laboratori­o gratuito che ha coinvolto 25 donne, individuat­e con un bando pubblico e provenient­i da varie zone di Napoli. Con la regia di Marina Rippa, al Madre hanno preso così vita storie e ribellioni di personaggi femminili famosi di diversi ambiti, da Mia Martini a Elizabeth Arden.

(r. s.)

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